Volano le esportazioni del settore alimentare italiano, ad aprile hanno fatto un balzo del 13,3% rispetto all’anno scorso. Si tratta di un miglioramento che, per dimensione del comparto e tasso di crescita, traina l’intero made in Italy.
I dati sono quelli dell’Istat, rielaborati dalla Coldiretti. Nei primi quattro mesi del 2019 si e’ registrato un balzo in avanti dell’8%. A spingere e’ il boom dell’export in Usa dove si registra un aumento del 16,6% nonostante i dazi minacciati dal presidente Trump. Buoni risultati ad aprile anche in Europa con aumenti del 13,7% in Germania e del 7,4% in Francia mentre rallenta l’andamento in Gran Bretagna con un +2,9%, sotto la pressione della Brexit. Tra i mercati emergenti, un incoraggiante +9,4% in Cina.
Alcuni prodotti in particolare segnano passi avanti importanti. La mozzarella di Bufala Campana Dop, per esempio, vale 577 milioni di ricavi, che salgono a oltre un miliardo se si guarda anche all’indotto. Di fronte ai successi dell’agroalimentare non e’ un caso che il Politecnico di Milano abbia deciso di formare i Food Engineer del futuro. Obiettivo, costruire una nuova cultura dell’industria alimentare, come spiega il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, che evidenzia l’importanza di "ripartire dall’eredita’ di Expo per innovare un settore centrale per l’economia".
L’obiettivo dei prossimi anni, spiega il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio e’ quello di arrivare a 50 miliardi di esportazioni entro il 2021. In questo quadro spiccano i risultati di Barilla che nel 2018 ha fatturato 3.483 milioni di euro (+3%). Il Gruppo ha confermato il piano straordinario di investimenti deliberato nel 2017 (1 miliardo in cinque anni). "Per la nostra azienda l’obiettivo e’ chiaro: vogliamo continuare a migliorarci in tutti gli aspetti che ruotano intorno al prodotto. Gusto, nutrizione e sostenibilita’ ambientale sono ormai imprescindibili per un futuro migliore", ha sottolineato il vicepresidente del gruppo, Paolo Barilla.