Modica – E’ stato sicuramente l’appuntamento più importante della settimana l’assemblea pubblica sul pronto soccorso di Modica (e non solo) organizzata dalla Cgil provinciale e dal sindacato della Funzione pubblica in collaborazione con l’associazione Patto di Solidarietà diffusa di Scicli.
Basti considerare che il focus sindacale tenuto alla vigilia dell’Immacolata, al cinema Italia di Scicli, riguarda, solo a tener conto dei numeri, un bacino di utenza intorno ai duecentomila abitanti. Esaminati i disservizi al Pronto Soccorso di Modica a proposito dei quali sono stati evidenziati limiti e soluzioni mentre questa assemblea pubblica con i sindaci è stato considerato il primo atto di una vertenza che va assunta con urgenza e che vede nella Regione Siciliana forse la principale controparte. I lavori sono stati introdotti da una lunga articolata ed approfondita relazione del segretario provinciale della Fp Cgil, comparto Sanità, Duilio Assennato, presenti Enzo Giannone sindaco di Scicli, Roberto Ammatuna di Pozzallo, il vice sindaco di Modica, Saro Viola, il vice sindaco di Ispica, Lucia Franzò, e con il contrbuto prezioso del direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò.Infine le conclusioni del dibattito affidate al segretario generale della Cgil di Ragusa, Peppe Scifo che ha tracciato la via di una vertenza senza soluzione di continuità con una controparte, la Regione Siciliana, quella che opera le scelte, nel segno di una mobilitazione unitaria che veda in campo i sindaci del comprensorio (molto attivi nel corso dell’assemblea sul piano delle analisi e delle proposte), quelli della provincia intera, i parlamentari regionali, i sindacati.
Sono stati del resto proprio i sindaci dei quattro comuni interessati ad evidenziare i punti nodali di una crisi di sistema, mentre già nella relazione introduttiva di Duilio Assennato, segretario provinciale FP CGIL comparto Sanità si sono evidenziati i primi limiti di un servizio che evidenzia un deficit strutturale di personale nel pronto soccorso di Modica con tutto ciò che ne consegue sulle attività di assistenza sanitaria pubblica. Molto illuminante l’intervento del direttore generale dell’Asp ragusana, Angelo Aliquò che ha ammesso le difficoltà oggettive in cui si trova ad operare anche se sottolinea che i problemi del pronto soccorso di Modica sono quelli simili ad altri nosocomi del sud e del nord. Solo le aree metropolitane si salvano perché è lì che i medici desiderano lavorare. Ha poi rivendicato il fatto che all’Asp di Ragusa si sono trasferiti medici e infermieri che provengono dalle strutture private.Aliquò ha quindi posto la necessità di sbloccare il requisito della specializzazione per l’accesso al servizio di medicina di emergenza urgenza e sottolineato che si sta lavorando su un progetto che prevede dei posti letto infermieristici sia a Comiso che a Scicli. La pandemia purtroppo ne ha rallentato il percorso anche se le risorse economiche non mancano. Poi Angelo Aliquò ha ricordato che ad aprile prossimo scadrà il suo mandato e affermato che vorrebbe veder realizzata a Ragusa la prima centrale operativa del territorio, che dovrebbe partire il 1° gennaio, punto di riferimento per i medici di base e gli operatori sanitari per consentire la presa in carico dei pazienti. Un’area bilaterale di stretta collaborazione tra struttura pubblica e medica del territorio.
Ha rivendicato per l’Asp il primato di un’azienda che ha fatto ventinove concorsi da primario, scelte di grande qualità nella direzione di reparti importanti a Modica, Ragusa e Vittoria. Quindi per il direttore generale non tutto il quadro della sanità pubblica in provincia è negativo .Da parte sua il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, già responsabile della medicnna di urgenza/emergenza dell’Asp ha proposto un incontro tra il coordinamento dei sindaci della provincia di Ragusa e l’assessore regionale Razza per affrontare il tema della necessità, primaria e prioritaria, di aumentare gli organici dei medici e per fare questo bisogna superare la questione legata alle scuole di specializzazione (sarebbe necessaria una legge nazionale) per consentire un più copioso accesso ai concorsi. Infine Peppe Scifo ha sottolineato come sia “necessario un urgente cambio di rotta nelle scelte che vanno fatte perché questa situazione continua a determinare diseguaglianze. Nella teoria si è tutti d’accordo sulle cose da fare tranne poi divergere nel farle e come farle. È necessaria costruire una vertenza che preveda un’unitaria mobilitazione del territorio in tutte le sue componenti: sindaci, sindacati, forze sociali che possa confrontarsi, se sarà possibile, con una controparte che è la Regione Siciliana ed ha concluso “la CGIL sicuramente non abbasserà la guardia e daremo un seguito all’iniziativa assunta”. (da.di.)