Ragusa, novità per i ristoratori dall’incontro di Confimprese con sindaco ed assessore
Positive novità sono emerse dall’incontro tra una delegazione di Confimpresa iblea guidata dal presidente provinciale e territoriale e il sindaco Peppe Cassi alla presenza dell’assessore allo sviluppo economico del comune di Ragusa, Giovanna Licitra. Eccole: riduzione sostanziale della Tari, nella quota variabile, per l’acconto 2020-2021 e rivedere il capitolo di spesa sulla Tosap la cui esenzione è prevista solo fino al mese di marzo. Un contributo a fondo perduto (con un bando) da destinare alle attività produttive di Ragusa che hanno subito un drastico calo del fatturato (causa chiusura delle attività durante l’emergenza sanitaria) con un impegno di spesa di oltre 3 milioni e 200 mila euro. Ogni attività dovrebbe percepire circa 2 mila euro. Un bando, infine, con i fondi ex Insicem in scadenza il prossimo 28 febbraio.
Nel caso specifico si tratta di un contributo del 5 per cento sul capitale, per un importo massimo di 5 mila euro, per le imprese che hanno stipulato un prestito lo scorso anno. Augurandosi di “attendere adesso, provvedimenti concreti dall’amministrazione Cassi a sostegno dei ristoratori ragusani perchè non c’è più tempo da perdere”, i vertici di Confimpresa Ragusa lanciano “un unico e quanto mai corale appello alle Istituzioni. Il mondo della ristorazione – sicuramente tra i più colpiti – sta subendo un duro contraccolpo dall’emergenza sanitaria e dalla paura che ne consegue. Storie di grande sofferenza di imprenditori che si sentono letteralmente abbandonati dalle Istituzioni in balia di normative complesse e a volte sovrapposte, con la prospettiva di veder vanificati in pochi mesi i sacrifici di un’intera vita”. Per concludere, i componenti del direttivo di Confimpresa iblea affermano con un certo ottimismo “l’assessore Licitra e il sindaco Cassì hanno assicurato la vicinanza e il sostegno al comparto.
Ci sono degli impegni da parte del sindaco e dell’assessore, il nostro auspicio che ci sia, d’ora in poi, un segnale importante per tantissime attività. Le aziende ristorative sono troppo piccole e troppo fragili per reggere a lungo l’impatto del Covid-19. Le loro caratteristiche strutturali non consentono adattamenti rapidi e repentini a situazioni di emergenza come questa”. (da.di.)