La dieta della tiroide prevede il consumo di alcuni alimenti che migliorano l’attività tiroidea e aiutano a prevenire le infiammazioni. Ma cos’è la tiroide? La tiroide è un organo a forma di farfalla situato nella parte anteriore del collo.
È composta da due lobi, sinistro e destro, collegati da uno stretto istmo.Negli adulti pesa 25 grammi, con ogni che misura circa 5 cm di lunghezza, 3 cm di larghezza e 2 cm di spessore, mentre l’istmo è di circa 1,25 cm di altezza e di larghezza. La ghiandola è solitamente più grande nelle donne e aumenta di dimensioni durante la gravidanza. Quando la tiroide è infiammata viene chiamata tiroidite e può dare origine a sintomi di ipertiroidismo o ipotiroidismo. Due tipi di tiroidite, che inizialmente si manifestano con ipertiroidismo talvolta seguito da un periodo di ipotiroidismo, sono la tiroidite di Hashimoto e la tiroidite postpartum. Esistono altri disturbi che causano infiammazione della tiroide, tra cui la tiroidite subacuta, la tiroidite acuta, la tiroidite silente, tiroidite di Riedel e le lesioni traumatiche, compresa la tiroidite da palpazione.
La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune in cui la ghiandola tiroidea viene gonfiata dai linfociti B e linfociti T. Questi progressivamente distruggono la ghiandola tiroidea. In questo modo, la tiroidite di Hasimoto può verificarsi in modo insidioso e può essere notata solo quando la produzione di ormoni tiroidei diminuisce, causando sintomi di ipotiroidismo. L’Hashimoto è più frequente nelle femmine rispetto ai maschi, molto più comune dopo i 60 anni e ha fattori di rischio genetici. I soggetti con tiroidite di Hashimoto sono più esposti ad incorrere nel diabete mellito di tipo 1, nell’anemia perniciosa, nella vitiligine tipica della malattia di Addison.
La tiroidite postpartum si riscontra in alcune donne dopo il parto, in cui la ghiandola si infiamma e la condizione si presenta inizialmente con un periodo di ipertiroidismo seguito da ipotiroidismo e, di solito, un ritorno alla normale funzione. Il decorso della malattia si svolge nell’arco di diversi mesi ed è caratterizzato dalla presenza di un gozzo indolore. Nel corso delle analisi del sangue può essere riscontrata la presenza di anticorpi contro la perossidasi tiroidea. L’infiammazione di solito si risolve senza trattamento, sebbene una sostituzione dell’ormone tiroideo possa essere necessaria durante il periodo di ipotiroidismo. Il complesso ruolo dell’attività tiroidea nel metabolismo energetico è influenzato da numerosi fattori dietetici quali l’introito energetico, la restrizione calorica, il digiuno prolungato e la malnutrizione.
Micronutrienti
Il Selenio, oltre allo Iodio che è il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei, è un micronutriente indispensabile all’ economia tiroidea in quanto componente delle desiodasi che sono selenioproteine. Esso è contenuto in numerose fonti alimentari quali molti prodotti animali, pesce, frutta secca, verdure, pasta, riso e altri cereali. Una deplezione di selenio è associata a consumo di uova, riso bianco, alcool e caffè, con livelli particolarmente bassi in fumatori e anziani. Le modalità di cottura possono ridurre il contenuto di iodio nei cibi e la sua disponibilità/assorbimento. In particolare la frittura riduce la disponibilità di iodio del 20%, la cottura alla griglia del 23%, la bollitura fino al 58%, la lievitazione fino al 25%, la cottura in forno fino al 70%.
Interferenti ambientali
La presenza spontanea o da inquinamento nelle acque e nei terreni di sostanze chimiche quali perclorato, tiocianato e nitriti ne condiziona l’ingresso nella catena alimentare degli animali e dell’uomo con importanti riflessi sul metabolismo dello iodio e degli ormoni tiroidei essendo capaci di inibire l’espressione del NIS (sodium/iodide symporter) e conseguentemente di ridurre l’incorporazione dello iodio con possibili ripercussioni negative sulla sintesi degli ormoni tiroidei. Ciò è particolarmente importante per la donna gravida per le possibili conseguenze sul nascituro, come mostrato in uno studio effettuato su una vasta casistica di donne tailandesi, che ha indagato gli effetti dell’esposizione al perclorato e tiocianato sulla funzione tiroidea nel primo trimestre di gravidanza.
Peso corporeo
L’aumento della massa grassa e della circonferenza vita sono stati maggiormente associati alla comparsa di noduli tiroidei e la percentuale totale di grasso corporeo è stato considerato un fattore predittivo indipendente dell’ipoecogenicità dei noduli e con vascolarizzazione periferica, mentre, la mancanza di esercizio fisico è risultata predittiva di noduli con vascolarizzazione interna. Un maggior rischio di cancro della tiroide è stato proposto in individui con Indice di massa corporea (BMI) elevato e con iperinsulinismo e insulino-resistenza associate all’obesità e sindrome metabolica.
Sostanze di abuso (alcool)
Lo studio EPIC, European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition, (doi: 10.1038/bjc.2015.280;) ha evidenziato che un abuso prolungato di alcool risulta maggiormente correlato ad un aumento del rischio di insorgenza di carcinoma tiroideo, soprattutto nelle donne.