Ragusa, 20 dicembre 2021 – È arrivata all’ASP di Ragusa una breve lettera inviata da due fratelli Donata e Saro che, nei mesi scorsi, hanno vissuto la sofferenza e il distacco perché entrambi i genitori sono stati ricoverati in ospedale a causa del Covid -19. Il loro papà non ce l’ha fatta e alla sofferenza si aggiunto il dolore per la perdita. Tuttavia, hanno sentito il bisogno di ringraziare con una lettera la Direzione Generale dell’Azienda. Di seguito il testo integrale:
Ecco la lettera
Gentilissimo Direttore,
Intorno al 9 di settembre scorso i nostri genitori, Gianni Distefano e Mariuccia Tirella (entrambi vaccinati con doppia dose tra i primi over 80, già a febbraio 2021), vengono contagiati dal Corona virus. Pochi giorni dopo, su esplicita e urgente indicazione del loro medico curante, la brava dottoressa Iole Campo che Lei certo conoscerà, sono stati entrambi ricoverati presso il Reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Giovanni Paolo Secondo di Ragusa. Gianni vi rimane un mese, sempre positivo al virus. Morirà il 13 ottobre, dopo un giorno di coma. Mariuccia rimane in quel reparto per un altro mese ancora quando, dopo oltre sessanta giorni di positività, risulta essersi negativizzata e pertanto trasferita al RSA presso l’Ospedale Maria Paternò Arezzo in Ibla. Dopo i fatti le considerazioni, altrettanto sintetiche. Con i nostri genitori, durante il loro ricovero, abbiamo comunicato direttamente per il tramite del loro telefono cellulare, e indirettamente per il tramite delle telefonate con i sanitari del reparto.
Sempre, durante quelle brevissime telefonate, Gianni e Mariuccia hanno ribadito la gentilezza, premura, preparazione, disponibilità di tutti i dipendenti di quel reparto. Ed ecco il motivo della lettera e della gratitudine che con essa mostriamo, sottolineandola. Il primario, la dottoressa Di Rosolini, con tutti i medici ed infermieri del suo staff, ha accudito, ed anche curato, i nostri genitori. Curato, con farmaci e professionalità (ed è il loro lavoro) e accudito, con amorevolezza e affetto (e questo non è il loro lavoro, è oltre, di più, di meglio). Lo stesso si può dire per il personale della RSA al Paternò Arezzo dove nostra madre è rimasta qualche giorno. Non c’è altro da aggiungere. Abbiamo voluto scriverLe, approfittando di qualche minuto del Suo tempo, perché forte abbiamo sentito l’esigenza di omaggiare in qualche maniera, anche solo a parole, tutti i Suoi colleghi che tanto hanno fatto per i nostri genitori. La preghiamo pertanto, Lei d’accordo, di far giungere questa nostra breve al Personale del Reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Giovanni Paolo Secondo e alla RSA del Maria Paternò Arezzo. Se farne una lettera aperta da inoltrare alla Stampa, cosa che noi gradiremmo, è decisione che attiene al Suo ruolo e alla Sua valutazione. Cordialità. Donata e Saro Distefano.