Ragusa -Mentre cominciano a manifestarsi gli effetti negativi della protesta degli autotrasportatori siciliani sull’approvvigionamento delle merci, tanto che Confcommercio Sicilia, nel corso di una riunione a Trapani ha tra l’altro evidenziato, per bocca del suo presidente, il ragusano Gianluca Manenti, che proprio “ si comincia a registrare qualche difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime”, da Ragusa arriva una lucida analisi sui vari effetti che deriveranno da questa situazione di fermo del trasporto gommato, anche su effetti a prima vista meno appariscenti. L’analisi giunge da Nuccia Alboni, titolare di una cooperativa agricola che produce ortofrutta, lungo la fascia trasformata ipparina, e consigliere territoriale di Confcooperative Ragusa. L’imprenditrice spiega “siamo arrabbiati. Perché questi giorni di protesta e di conseguente mancata nostra presenza sui mercati hanno avvantaggiato gli altri competitors, soprattutto di Spagna e Marocco, che hanno proseguito regolarmente la loro attività.
I danni sono incalcolabili. Infatti, nonostante le celle frigorifere, dovremo capire in che modo potrà essere smaltita la merce andata a male. Quindi, siamo stati penalizzati due volte. Il conferimento degli scarti per noi avrà un costo. Non è che possiamo abbandonarli sui terreni. Prendiamo atto che gli operatori economici sono abbandonati a loro stessi. Sugli scaffali la merce c’è stata lo stesso. Ma non era la nostra. E quindi tutto questo ci danneggia. Tra l’altro, quando la protesta finirà, troveremo i mercati saturi e ciò comporterà l’abbassamento dei prezzi. Insomma, una situazione a dir poco paradossale”. E anche Gianni Gulino, presidente provinciale Confcooperative Ragusa, interviene “serve un’azione decisa. I danni per i produttori sono incalcolabili. D’altronde, le parole della stessa Alboni, che esprime il disagio di tutti i cooperatori del settore, sono molte chiare. Ci vorrà almeno un mese perché la situazione legata alla presenza dei nostri prodotti sui mercati possa trovare un nuovo equilibrio. E nel frattempo, chi li rifonderà dei danni subiti? Non si sentiva affatto il bisogno di questo disastro dopo due anni di pandemia. Uno svilimento delle condizioni complessive nell’ambito delle dinamiche economiche che sta determinando un caos inimmaginabile. Se la politica non dà una mano effettiva e concreta, il tracollo è assicurato”.
Tornando poi alla riunione di Marsala di Confcommercio Sicilia, presenti, oltre al presidente regionale Manenti anche Pietro Agen, presidente provinciale di Catania, Pino Pace, presidente provinciale di Trapani, e, in collegamento da remoto, Giuseppe Caruana, presidente provinciale di Agrigento, oltre a Elio Piscitello, presidente provinciale di Siracusa, e il direttore regionale Enzo Costa, è stato tracciato un quadro a tinte fosche anche per le sue ripercussioni future. Secondo Manenti, infatti, “è una situazione complicata, se si pensa che le aziende di autotrasporti curano il 70% del commercio. Stiamo subendo i contraccolpi di una protesta giusta ma che avrà effetti deleteri per interi settori. Ci aspettavamo, dopo due anni di pandemia, che si ricominciasse a marciare lungo la direzione del rilancio economico e non certo un inasprimento delle condizioni che mettono a rischio la prosecuzione delle attività di molte delle imprese sopravvissute all’emergenza sanitaria. Chiediamo al Governo regionale una forte presa di posizione nei confronti del Governo nazionale. Le risposte devono arrivare immediatamente. Perché il rincaro dei costi dell’energia ha fatto lievitare tutti i prezzi.
E, andando avanti così, conteremo presto altre vittime tra le piccole e medie imprese siciliane impossibilitate a sostenere la recrudescenza del fenomeno legato al caro bollette”. (da.di.)