Sono intorno ai 13mila (13.043) i casi di vaiolo delle scimmie identificati al 26 luglio in 37 Paesi e aree di tutta la regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Di questi, 12.761 casi sono stati segnalati da 32 Paesi/aree al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e all’Ufficio regionale europeo dell’Oms attraverso il sistema di sorveglianza Tessy, di cui 12.689 confermati in laboratorio. Lo comunicano Ecdc e Oms Europa nell’ultimo aggiornamento sull’epidemia di Monkeypox, nel quale per l’Italia vengono indicati 426 casi, in linea con l’ultimo bollettino nazionale.
Dei casi registrati su Tessy per i quali era disponibile il sequenziamento, 171 sono stati confermati come appartenenti al ‘clade’ Africa occidentale. La maggior parte dei casi riguarda persone di età compresa tra 31 e 40 anni (41%) e maschi (99,4% degli infettati). Fra i contagiati per i quali è noto lo stato Hiv, il 37% è sieropositivo al virus dell’Aids. Nella maggior parte dei casi l’infezione si è presentata con un’eruzione cutanea (94,7%) e sintomi sistemici come febbre, affaticamento, dolori muscolari, vomito, diarrea, brividi, mal di gola o mal di testa (67%). Nessun decesso è stato segnalato nella regione. Nel 6,2% dei casi c’è stato un ricovero in ospedale. Un caso è stato ricoverato in terapia intensiva per ragioni non correlate all’infezione.
Alcune infezioni (34) riguardano operatori sanitari, ma per loro – si precisa nel bollettino Ecdc/Oms – non è stata segnalata esposizione professionale.