Ragusa – L’aspettato, ma non definitivo, accordo sul Superbonus 110% votato in Parlamento apre alcuni spiragli ma non risolve pienamente il problema delle imprese del comparto costruzioni.
Anche se la “responsabilità solidale” sarà circoscritta ai casi di “dolo grave” (superando così le restrizioni imposte dal decreto antifrodi del novembre scorso), per sbloccare i crediti incagliati, forse, sarà necessario acquisire comunque la documentazione di asseverazione adesso per allora.
Questo allungherà i tempi e quindi le difficoltà delle imprese. E poi, nel momento in cui il credito verrebbe monetizzato, quanto sarà trattenuto dalle banche o dalle agenzie finanziarie?
Le voci che circolano, anche se non confermate, sono poco rassicuranti: si parla di percentuali che vanno dal 20 al 30%. Tutte queste perplessità sono emerse durante la riunione dell’esecutivo della Cna Edilizia Ragusa che si è tenuta nei giorni scorsi.
L’esecutivo è composto da Tonino Cafisi, Sergio Blanco, Rocco Candiano, Rosario Pannuzzo, Carmelo Giannone e Giorgio Stracquadanio.
Nel dibattito è stato sottolineato da più componenti del coordinamento come a preoccupare le imprese del territorio vi sia l’aumento vertiginoso dei prezzi del materiale da costruzione. I prodotti base per l’attività del settore: cemento, laterizi e ferro, hanno subito incrementi che vanno dal 30 all’80% (30% cemento, 60% laterizi, 80% ferro), tutto ciò si è riflesso e continuerà a riflettersi sul settore riducendo, fino ad annullare o peggio portare in perdita, il reddito delle imprese edili.
La preoccupazione maggiore sta nel fatto che alcune aziende produttrici di questi prodotti, essendo particolarmente energivore, hanno deciso di bloccare la produzione perché non riescono a sostenere i costi della bolletta energetica e quindi si prefigura un futuro con poco materiale di base e lo stesso sarà sempre più costoso. Su questo tema l’esecutivo registra l’assordante silenzio della classe politica.
Nessuna citazione, nessuna presa di posizione. Come se il problema non esistesse. Infine, nel corso della riunione, è emerso come persista una forte lentezza da parte dell’Agenzia di Riscossione nell’accogliere le domande di rateizzazione dei debiti contributivi. I tempi di elaborazione di queste richieste sono troppo lenti.
Le imprese, non potendo avviare la rateizzazione del debito, non possono ottenere dall’Inps l’attestazione che certifica la regolarità del Durc (Documento unico di regolarità contributiva) e quindi di fatto viene bloccata la loro attività. Cioè non si possono avviare nuovi cantieri, non si può accedere alle agevolazioni previste tramite i crediti d’imposta, non si possono compensare i crediti Iva.
Tutte funzioni che prevedono la regolarità del Durc. Siamo di fronte al paradosso dei paradossi: le imprese vogliono regolarizzare le loro posizioni debitorie permettendo allo Stato di incassare le somme dovute ma l’Agenzia di Stato non si attiva velocemente. Lo stesso problema, poche settimane fa, è stato evidenziato, in un lungo documento, anche dall’Ordine dei commercialisti. La Cna chiederà un incontro al dirigente dell’Agenzia per sollecitare l’espletamento delle richieste. Non si esclude la volontà di organizzare un sit-in di protesta per rilevare e rivelare con forza la gravità del problema.