Sostegno alla mobilitazione del comparto agricolo, in corso anche a Ragusa, da parte del movimento 5 stelle, sia nella sua articolazione regionale, rappresentata dalla deputata Stefania Campo, sia in quella cittadina, tramite il consigliere comunale Sergio Firrincieli, che interviene sulla questione con una nota stampa, in cui afferma “siamo convinti che occorra mobilitarsi, con i fatti, e non solo a parole, per dare sostegno a un comparto che più di altri ha rappresentato e continua a rappresentare il motore della nostra economia. Le scelte improvvide che arrivano dai vari livelli, europei e nazionali, mettono in ginocchio gli operatori del settore e, di riflesso, le opportunità di crescita del nostro territorio.
E questo non lo possiamo consentire. In appoggio a quanto già sostenuto nei giorni scorsi dalla nostra deputata regionale, Stefania Campo, non possiamo non convenire sulla necessità di garantire un forte sostegno a chi, da anni, si batte per vedere riconosciute quelle misure che, oggi più che mai, stanno venendo a mancare e che rischiano di gettare sul lastrico decine e decine di aziende della nostra città e della nostra provincia. Proprio l’on. Campo, venerdì scorso al Comune di Vittoria, alla presenza di numerosi partecipanti e delle associazioni di rappresentanza, ha sottolineato che è arrivato il momento che in agricoltura si capisca finalmente cosa significhi “sovranità alimentare”. Gli operatori della produzione primaria, ha spiegato sempre il nostro deputato regionale, si trovano a subire il succedersi di eventi meteorologici e calamitosi sempre più estremi che pregiudicano la stabilità e la resa dei raccolti, senza che lo Stato (o alcun altro ente pubblico) si dimostri poi in grado di far fronte alle necessità del caso, quanto a messa in sicurezza del territorio e a ristori economici. Le politiche Ue, inoltre, da sempre restie a proteggere le produzioni locali dalla concorrenza estera, volgono negli ultimi anni verso una “svolta green” a tappe forzate e a totale carico degli agricoltori.
Così non si può andare avanti e dunque è sacrosanta questa protesta, sotto il segno della responsabilità, a patto che si riescano a ottenere soluzioni specifiche. Ecco perché, al di là delle coloriture partitiche, è necessario formare un fronte comune che permetta al territorio di fare quadrato rispetto alle numerose rivendicazioni poste dal comparto. Bisogna non fermarsi sino a quando queste risposte non arriveranno”. Ma l’interesse ai temi economici e ai disagi dei cittadini da parte dell’esponente consiliare pentastellato ragusano si era manifestato anche nei giorni scorsi, quando Firrincieli aveva esaminato l’impatto che l’aumento dei prezzi provoca sulla popolazione messa in ginocchio auspicando che “anche nel nostro territorio si avverta la sollecitazione a tutte le forze politiche per trovare una soluzione”. Nella nota stampa dedicata a questi temi, Firrincieli aveva illustrato alcune considerazioni “lo sappiamo. Tutto aumenta. Ho sentito proprio l’altro giorno Federconsumatori, che, parlando di buono pasto, enunciava l’incremento del prezzo del tramezzino del 300%, il panino è aumentato del 200%, perfino la bottiglietta dell’acqua è aumentata del 283%. Tutto questo mentre, in pratica, gli stipendi sono fermi agli anni Novanta.
Addirittura, il potere d’acquisto del buono pasto, secondo la stessa associazione, è diminuito del 30%. Si fa tanto parlare, e giustamente, di salario minimo a 9 euro ma non si tiene conto che il ceto medio, la gente che lavora, la classe operaia e i dipendenti pubblici risultano essere in grande sofferenza perché le loro retribuzioni non sono più neanche nella condizione di potere garantire l’acquisto di una bottiglietta d’acqua senza che questo non si trasformi in un salasso”. Poi aveva proseguito “il carrello della spesa doveva essere calmierato da un accordo tra governo e grande distribuzione, tuttavia sfido chiunque a rilevare ribassi, anzi sembra proprio essere più pesante. Probabilmente i prezzi sono stati bloccati ma dopo che però talune realtà della Gdo avevano già aumentato i prezzi. Aggiungiamo che il costo della benzina non cala mentre i costi dei trasporti, soprattutto quelli aerei, e lo viviamo noi qui in Sicilia, soprattutto da e per Comiso, sono saliti alle stelle rispetto a quando vi era presente il secondo vettore a livello internazionale. Per di più, beni e servizi hanno sempre costi maggiori. Sono poi in continuo aumento il costo degli affitti, lo sanno bene gli studenti fuori sede, fino a quello degli oneri urbanistici per poter edificare”.
Quindi il consigliere comunale M5 era passato a porre domande “vorremmo capire in tutto questo che cosa fa il governo, come contrasta questo stallo il sindacato, come le opposizioni al governo intendono coordinarsi per poter garantire una inversione di tendenza a questo trend che ormai sta diventando molto pesante. Se le retribuzioni rimangono ferme, vedremo morire numerose piccole attività commerciali. Sicuramente a farne le spese saranno gli operatori del terziario di mercato, soprattutto gli operatori del turismo. Chi non riesce a farcela, infatti, taglia con più facilità la ristorazione, i viaggi, tutto ciò che attiene il tempo libero. Sappiamo che c’è un’industria attorno a questo tipo di settori che naturalmente è fondamentale anche per la creazione di posti di lavoro. Il nostro territorio, la Sicilia, che potrebbe vivere appunto di turismo, non essendo la ricca Brianza, non essendo il laborioso Veneto, non essendo la organizzata Romagna, deve necessariamente pensare anche a questo. E di conseguenza è proprio dai territori che arriva la sollecitazione a tutte le forze politiche e ai corpi intermedi di sedersi in modo serio attorno a un tavolo per dare respiro agli italiani che hanno le buste paga più basse d’Europa. E in questa speciale classifica, la provincia di Ragusa è addirittura la più penalizzata visto che risulta essere tra quelle in Italia con le buste paga dagli importi più bassi”. (da.di.)