A due giorni dal 25 aprile, i due vicepremier tornano a dividersi sulla ricorrenza del 74esimo anniversario della Liberazione. "Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave.
Non e’ alzando le spalle e sbuffando che questo Paese cresce – afferma il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, leader del M5S -. Al contrario, cresciamo se diamo forza a certi valori, alla nostra storia. Perche’ col menefreghismo non si va da nessuna parte. E poi, concedetemelo, e’ curioso che coloro che oggi negano il 25 aprile siano gli stessi che pero’ hanno aderito al congresso di Verona, passeggiando mano per la mano con gli antiabortisti. Per carita’, ognuno la vede come vuole. Il pensiero e’ libero. Ma io, sia chiaro, voglio anche un’Italia libera, di guardare avanti innanzitutto".
Per Di Maio "il ripristino della leva obbligatoria, la contestazione della 194, gli attacchi alle donne, il ritorno al Medioevo non fanno parte dei valori del MoVimento 5 Stelle. Il 25 aprile e’ una festa nazionale della Repubblica Italiana. Non e’ questione di destra o di sinistra, come sento dire, ma di credere in questo Paese. Di credere nell’Italia e di rispettarla. E chi come me ci crede, il 25 aprile lo ricorda!". A stretto giro arriva la replica dell’altro vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, leader della Lega: "Il 25 aprile, per celebrare il sacrificio di chi ha combattuto per la liberta’ dell’Italia, saro’ in mezzo alle donne e agli uomini della Polizia di Stato di Corleone (Palermo), per ringraziarli del fatto che ogni giorno rischiano la loro vita per liberare la Sicilia e l’Italia dalla mafia.
Sara’ l’occasione per inaugurare la nuova sede del Commissariato di Polizia, al cui ingresso verra’ scoperta una targa che ricorda tutte le vittime di mafia e sara’ di buon auspicio per le future battaglie – conclude Salvini -: ‘Una storia di contrasto al crimine mafioso, presidio di legalita’ a tutela dei diritti e della civile convivenza’. Onorare il passato preparando un futuro migliore, questo faccio da uomo, da padre e da ministro. Le polemiche le lascio volentieri agli altri".