ROMA – Dal 22 febbraio Bper Banca vivrà una svolta storica. L’Italpress ne ha parlato con Stefano Rossetti, vice direttore generale vicario di Bper Banca.’’Per Bper è un traguardo importantissimo, direi quasi storico, nonostante i 153 anni di storia e le numerose acquisizioni fatte nel corso di questi anni’’ afferma Rossetti. ’’Tra un venerdì e un lunedì – continua – cresceremo del 40% dei nostri attivi e dei nostri passivi. Avremo circa 600 filiali in più dal mondo Ubi, una trentina dal mondo Intesa, successivamente, e 1,4 milioni di clienti. E’ soprattutto nei confronti di questa clientela che dobbiamo essere molto attenti ed efficaci nella comunicazione’’.In questa fase, un’attenzione è riservata anche al personale di Ubi che entrerà in Bper. ’’La nostra storia – sottolinea Rossetti – quando abbiamo fatto fusioni e acquisizioni, è di grandissima attenzione ai territori e alle persone. Lunedì 22 febbraio passeremo da 13 mila colleghi a poco più di 18 mila. Di questi, quasi il 40% sarà presente in Bper da meno di due anni’’ per via delle ’’fusioni recenti’’, spiega.C’è quindi ’’un tema di diversità e di attenzione che dobbiamo necessariamente avere ai colleghi, al loro passato, al loro background, alla loro storia, alla loro professionalità’’ che il vice direttore generale vicario di Bper Banca ritiene fondamentale ’’anche per il nostro gruppo’’.
Diversamente ’’sarebbe ben complicato interagire con il 40% di persone che ci conoscono da meno di due anni. Un’attenzione che dobbiamo avere al massimo livello e che farà leva sulle professionalità dei colleghi e sui nostri punti di forza che sono le filiere specializzate, in particolare il mondo delle imprese e il mondo dei centri private che passeranno da 23 a 36’’.Rossetti si sofferma anche sul ruolo delle banche nei nuovi scenari post Covid. ’’Le banche in questa nuova fase delicata del Paese sono oggetto della soluzione e non del problema’’, osserva. ’’Il tema vero è come si riuscirà ad atterrare, soprattutto per la parte riguardante la moratoria. Un’uscita veloce comporterebbe senza dubbio una restrizione del credito bancario’’. L’altro tema è ’’la successiva attività delle banche che sta continuando sotto questo profilo ma che verrà ulteriormente implementata quando arriveranno i fondi del Recovery Fund, saranno tanti soldi a cui eventualmente l’ulteriore credito che le banche potranno concedere darà ulteriore volano’’.