Il presepe vivente di Monterosso Almo, in occasione della 34esima edizione, sta facendo registrare numeri da record. La rappresentazione allestita nell’antico quartiere di uno dei borghi più belli d’Italia si snoda tra vicoli e slarghi. E ieri, giornata di Capodanno, è stata riproposta per la terza volta in vista, poi, del gran finale programmato per sabato 5 e domenica 6 gennaio.
La calorosa accoglienza dei monterossani fa da cornice a uno straordinario evento che accompagna i visitatori in un mondo variegato di storia semplice e remote virtù. Tanto da suscitare la speciale ammirazione anche degli studiosi che definiscono questo presepe vivente, è stato scritto, “come un vero e proprio museo etnografico da percorrere sognando la magnificenza di un evento sacro che, con dovizia di particolari, ci fa scoprire profondi valori: la ricchezza immensa della povertà e lo splendore infinito della semplicità di artigiani e contadini di un tempo. Qui ritroviamo il tempo perduto. Tra le antiche casupole, lungo le tortuose viuzze e le rustiche scalinate si eleva quel profumo di storia dimenticata. Qui il presepe si veste di gesti, di colori, di odori, di forme, di suoni e di sapori che solo una memoria che si risveglia può percepire in tutta la sua gloria”.
La grotta della Natività è l’apice delle emozioni e delle meditazioni. Nessuno può superarla senza aver offerto un momento di silenziosa riflessione che diventa una vera preghiera sia religiosa che laica che scandisce chiaramente la parola “Pace”. Quella parola, Pace, è sottolineata dalla sinfonia di gesti dei tanti personaggi che rievocano una vita quotidiana che si svela solo per l’occasione. Gli apprezzamenti che è possibile raccogliere tra i visitatori dicono tutto e riempiono di soddisfazione gli organizzatori dell’associazione “Amici del Presepe”, presieduta da Paolo Tavano, che da anni si battono per fare in modo che la rappresentazione vivente monterossana possa attirare l’attenzione di quante più persone è possibile.