La Lega iblea, attraverso i suoi responsabili e referenti sul territorio, Gabriele Amore per gli enti locali e per la provincia, Massimo Iannucci e Graziana Digiacomo per il tesseramento su Ragusa e provincia, vuole fare chiarezza su alcune perplessità che sono state espresse da alcuni sindaci del Libero consorzio comunale di Ragusa in ordine al cosiddetto “decreto Salvini”, oggi legge dello Stato.
Il ministero dell’Interno, tra l’altro, sul proprio sito ha reso facilmente reperibili le faq, cioè le risposte alle domande più frequenti, che chiariscono i dubbi riguardo i nuovi principi della norma. “Anzitutto – spiegano gli esponenti della Lega iblea – a chi era già stato riconosciuto un permesso umanitario, secondo le precedenti normative, non è affatto negata la possibilità di essere iscritti all’anagrafe così come avviene per gli stranieri regolarmente soggiornanti non richiedenti asilo. La nuova legge parte dall’obiettivo generale di mettere ordine sul “sistema asilo” nazionale, attraverso il progressivo azzeramento delle istanze pendenti.
Al nuovo richiedente asilo pur non essendo più iscritto all’anagrafe della popolazione residente continuano a essere assicurati gli stessi servizi di accoglienza e di assistenza, le cure mediche e i servizi scolastici per i minori sulla base del domicilio individuato. Quello che cambia quindi è che l’iscrizione all’anagrafe potrà avvenire solo una volta riconosciuta una forma di protezione. Durante la fase tecnica di riconoscimento, non potrà più avvenire come in precedenza una iscrizione automatica e questo in larga parte anche per venire incontro alle necessità richieste proprio da diversi Comuni, che lamentavano sovraccarichi di lavoro rispetto al personale esistente nei vari uffici di anagrafe”.
Amore, Iannucci e Digiacomo aggiungono poi che “un principio che la Lega tiene a sottolineare è che si è iniziato finalmente a stabilire con serietà chi ha diritto a permanere sul territorio nazionale, e chi no, cosa non chiara nelle precedenti legislature e che aveva dato il via a parecchi paradossi. Ecco perché la Lega preferisce rispondere con i fatti ripristinando così ordine in una materia ostica come l’immigrazione. In Italia si entra solo regolarmente, non più illegalmente, e questo a tutela di tutti i cittadini italiani e stranieri regolarmente residenti e che lavorano stabilmente nel nostro Paese”.