Questo giornale ha sempre seguito con estremo interesse, dandone ampia diffusione, le operazioni culturali legate al territorio, che direttamente o indirettamente, servono comunque a promuoverlo. In particolare abbiamo seguito la genesi del film “Redemption for a lost soul”, un soggetto scritto dagli autori locali Turi Occhipinti, Gaetano Scollo ed Emanuele Cavarra, girato a Monterosso ma che aspira ad un mercato internazionale, e che ha suscitato l’interesse e l’entusiasmo del regista messicano ma orami italiano di adozione, Roberto Valdes, tanto da spingerlo a curarne la regia.
Momento culminante dell’operazione cinematografica è stata, nello scorso mese di dicembre, proprio a Monterosso, la presentazione/proiezione del prologo di otto minuti che ha letteralmente stregato i presenti grazie alla grandiosa e toccante recitazione della ragusana Carla Cintolo nella parte di Marianna, la giovane madre le cui travagliate vicende, ispirate a fatti realmente accaduti, sono al centro della trama del film. E durante la serata di presentazione non si era sottaciuto il fatto che ci si attendeva di passare alla seconda fase, in preparazione delle altre riprese che con ogni probabilità dovrebbero essere effettuate nella primavera del 2019.
E nel far questo si è affrontato naturalmente il problema della necessaria copertura economica. Per la quale si conta sulla partecipazione di alcuni enti e amministrazioni locali, su investimenti di privati, nonché sulla sponsorizzazione di alcune aziende interessate all’enorme visibilità che il film offre sul panorama nazionale e internazionale. E a proposito di finanziamenti è giusto ricordare l’intervento di Sebastiano D’Angelo, direttore dell’Associazione “Ragusani nel Mondo” e del Presidente del Distretto Turistico della Provincia di Ragusa, Giovanni Occhipinti che patrocinano e sostengono l’ambizioso progetto destinato a veicolare nel mondo proprio quella ‘ragusanità’ di cui l’associazione e il Distretto Turistico sono promotori.
Ma da sottolineare anche la presenza della imprenditoria privata, che enumera tra i produttori dell’opera filmica gli imprenditori Agata Cappello e Cristiano Battaglia, del settore assicurativo, che hanno compreso le potenzialità del progetto e che sin dall’inizio hanno creduto in esso scegliendo di produrlo e impegnandosi per il coinvolgimento di altre lungimiranti realtà. E Agata Cappello e Cristiano Battaglia possono ben essere annoverati, cosa piuttosto rara dalle nostra parti, tra le figure classiche degli sponsor culturali, ossia coloro che appassionati, convinti, rifuggono dalla ribalta ma che, con grande discrezione, operano, instancabilmente, a favore di progetti culturali e sociali in senso ampio, ovviamente non solo e non esclusivamente in termini di apporto economico ma con grande compartecipazione emotiva e intellettiva.
Del resto, e lo hanno già dimostrato ampiamente nella loro storia di sponsor, Agata Cappello e Cristiano Battaglia si sono sempre mostrati sensibili alla promozione del territorio, ai temi del sociale, della cultura e dello sport, quest’ultimo inteso in termini non solamente agonistici. Ci si attende allora che il loro esempio, e perché no, il loro sprone, possa ampliare la platea degli sponsor privati sinceramente disposti a condividere gli oneri, prima e più ancora che gli onori, di interventi a sostegno delle produzioni che mirano a promuovere il nostro territorio. E la compartecipazione alla produzione delle fasi successive di “Redemption for a lost soul” potrebbe essere l’inizio. (daniele distefano)