L’influenza nel 2019 ha fatto registrare nella prima settimana dell’anno nuovo in Italia un incidenza di 5,3 casi per mille assistiti. Ad essere colpiti maggiormente sono stati i bambini al di sotto dei cinque anni e i giovani adulti in cui si osserva un’incidenza pari a 11,2 e 5,7 casi per mille assistiti, rispettivamente.
Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 323.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 1.813.000 casi. Piemonte, Lazio, Abruzzo, Campania e in Sicilia le Regioni maggiormente colpite. Sono questi alcuni dati raccolti da Influnet, la rete italiana sorveglianza influenza, pubblicati sul sito del Ministero della Salute. Dai dati emerge che durante la prima settimana del 2019, 731 medici sentinella hanno inviato dati circa la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a 5,34 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 11,57 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 5,02 nella fascia 15-64 anni a 5,71 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 3,04 casi per mille assistiti.
Prevenzione: l’influenza è una malattia provocata da virus del genere Orthomixovirus, che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). È molto contagiosa, perché si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, con tosse e starnuti, ma anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. L’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per l’attuazione delle misure di controllo e la gestione dei casi e delle complicanze della malattia ed è tra le poche malattie infettive che, di fatto, ogni uomo sperimenta più volte, nel corso della propria esistenza, indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive. In Italia, come nel resto d’Europa, l’influenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale. Casi sporadici possono verificarsi anche al di fuori delle normali stagioni influenzali, anche se nei mesi estivi l’incidenza è trascurabile.
Vaccini: la vaccinazione è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze. Poiché i virus dell’influenza cambiano spesso, la vaccinazione va ripetuta ogni anno. In inverno, però, circolano anche altri virus che provocano febbre e raffreddore, spesso scambiati per influenza. Contro questi virus il vaccino non è efficace, perché protegge solo da quelli influenzali. Sulla base dei ceppi virali circolanti e sull’andamento delle sindromi similinfluenzali (ILI) nel mondo, il Global Influenza Surveillance Network dell’OMS, in collaborazione con i National Influenza Centres (NIC) aggiorna ogni anno la composizione del vaccino antinfluenzale. Per la stagione 2017-2018 la composizione vaccinale è la seguente: A/Michigan/45/2015 (H1N1)pdm09; A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016 (H3N2); B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria); B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata). Nel caso dei vaccini trivalenti, l’OMS raccomanda, per il virus dell’influenza B, l’inserimento dell’antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria).
Il vaccino per la stagione 2018/2019 conterrà pertanto una nuova variante antigenica di sottotipo H3N2 (A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016), che sostituisce il ceppo A/Hong Kong/4801/2014, ed una nuova variante antigenica di tipo B (B/Colorado/06/2017), lineaggio B/Victoria, che sostituirà il ceppo B/Brisbane/60/2008. La vaccinazione antinfluenzale è offerta in modo gratuito alle persone che rientrano nelle categorie a rischio di complicanze. Il vaccino antinfluenzale è comunque indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni, sentito il parere del proprio medico. A seconda dei casi, ci si può vaccinare: presso il proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta; presso strutture sanitarie o ambulatori vaccinali e di prevenzione. In alcuni casi presso la sede di lavoro dal medico del lavoro. Il vaccino viene somministrato con un’iniezione intramuscolo, nella parte superiore del braccio (muscolo deltoide) negli adulti e nel muscolo antero-laterale della coscia nei bambini. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere al proprio medico o alla Asl di appartenenza.