Due ore un quarto di confronto hanno animato i lavori del Consiglio comunale di Modica ieri sera in seduta aperta per parlare della vertenza della Banca Agricola Popolare di Ragusa. Il 6 Febbraio i vertici della Banca saranno a Roma al Ministero dell’Economia, mentre il sindaco si raccorderà con il Prefetto di Ragusa per dare continuità al tavolo tecnico provinciale.
Ci cerca una soluzione che possa fare in modo che gli azionisti accedano al fondo di solidarietà per il disinvestimento delle loro azioni. Al consiglio erano presenti i vertici della Banca, il presidente, Arturo Schininà, il direttore generale, Saverio Continella, i due vice direttori generali: Gaetano Cartia e Marco Canzonieri.
Non ci sono in aula due fazioni: azionisti e vertici bancari. Al centro una legislazione nazionale ed europea che ha determinato questo tipo di situazione e nonostante tutto bisogna comunque avere fiducia nella banca perché in discussione ci sono i risparmi frutto di lavoro e di sacrifici e che quindi se ne chiede la disponibilità al momento del bisogno atteso che la Banca presenta una sua solidità.
Il sistema delle azioni e le norme attuali al momento non consentono un’automatica liquidazione delle somme investiteTra le proposte c’è quella di creare un tavolo negoziale attraverso il quale la Banca compri le azioni dei risparmiatori nei modi e nei tempi che saranno decisi. Insomma applicare i regolamenti esistenti che danno la possibilità di trovare una soluzione. C’è chi denuncia il fatto che un’azione che valeva 117 euro oggi si dice ne valga 30. Nei fatti si gioca allo scaricabarile tra Banca d’Italia, BCE, parlamento europeo; alla fine del percorso ne pagano le conseguenze i piccoli azionisti. Schininà ha puntato l’attenzione sulla necessità di trasparenza: azionista e Banca sono un’unica cosa. Questa banca ha avuto e ha dato al territorio. Tutto quello che sta succedendo è il frutto di un crisi esplosa anni fa e le conseguenze di questo stato di cose si sentono.
Prima la liquidità era pronta e questo era dovuto ad una grande domanda di azioni e ad una scarsità di offerta. Addirittura furono posti dei limiti all’acquisto delle azioni. Oggi ci si trova davanti una necessità che viene regolata da una domanda e da un’offerta: questa la regola del mercato. La vera fiducia la devono avere gli azionisti. Le difficoltà dunque vano affrontate in modo diverso. Le emotività nel mondo finanziario non fanno bene all’Istituto; bisogna invece difendere quello che si ha. Quanto sta accadendo fa nascere una crisi di fiducia nei confronti della Banca. Sarà onorato di individuare a Roma il 6 febbraio una soluzione ed è ben felici di accoglierla. La BapR sta procedendo alla redazione di un piano industriale capace di dare nel futuro una maggiore solidità alla Banca. La soluzione non è quella di liquidare il cinque per cento.
Dobbiamo individuare delle soluzioni che consentano di superare le difficoltà. Grazie agli investimenti che si stanno facendo aumenterà la redditività del capitale e questo renderà le cose meno complicate. Risposte saranno date sull’entità e sulle regole che saranno attuate. Il fondo di solidarietà deve essere aumentato in modo sufficiente per dare risposte alle esigenze degli azionisti. Si è disponibili a tavoli di confronto e giorno 6 febbraio saranno a Roma al Ministero dell’Economia al fine di trovare delle soluzioni. Con l’Europa di oggi non sarà una cosa facilissima è necessario però fare la strada insieme. Oggi bisogna ristabilire un sano e opportuno senso di fiducia tra la Banca, gli azionisti e i clienti ed è proprio per questo si sta redigendo un piano industriale per trovare la giusta redditività della Banca.