La dieta chetogenica può far dimagrire subito di qualche chilo. E’ una dieta che prevede il consumo di alcuni particolari alimenti e quindi non adatta a tutti, ecco perché e come funziona. Prima di consigliarla ad una persona bisogna: valutare lo stato generale di salute (storia clinica) per evidenziare possibili controindicazioni, definire gli obiettivi e i tempi massimi di durata della dieta, programmare la dieta, per permettere una graduale uscita dalla fase di chetosi.
È perciò una terapia vera e propria che deve essere eseguita sotto il controllo di uno specialista e non sulla base del “fai da te”. L’autogestione potrebbe esporre la persona a carenze o inadeguatezze nutrizionali. Dai dati scientifici si osserva che i maggiori ambiti di utilizzo sono: obesità o sovrappeso in presenza di altre malattie associate: (ipertensione, dislipidemie, diabete tipo 2, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), gravi malattie osteoarticolari), importante obesità con indicazione alla chirurgia bariatrica (chirurgia dell’obesità), epilessia resistente ai farmaci.
È, invece, fortemente controindicata in presenza di: insufficienza epatica, renale e cardiaca, diabete tipo 1, gravidanza e allattamento, disturbi psichici o del comportamento, abuso di alcol e altre sostanze. Una volta valutato lo stato di salute generale, la dieta chetogenica deve essere prescritta adattandola alla persona e definendo la quantità adeguata di nutrienti (carboidrati, proteine e grassi) necessari. I diversi alimenti possono avere effetti differenti sulla condizione di chetosi incidendo su di essa positivamente o negativamente. Come si può ben immaginare, i carboidrati hanno un ruolo anti-chetogenico, ovvero allontanano il metabolismo dalla condizione di chetosi.
Al contrario, proteine e grassi sono pro-chetogenici, vale a dire che favoriscono l’instaurarsi della chetosi. Nell’elaborazione dello schema alimentare, ogni pasto deve essere strutturato nel rispetto di un rapporto chetogenico tra i nutrienti, ovvero i grammi di grassi, proteine e carboidrati devono essere calcolati in modo accurato così che si possa determinare una corretta condizione di chetosi. Le informazioni sullo stato di salute della persona e sulle malattie presenti e passate (storia clinica) devono essere raccolte mettendo particolare attenzione alla presenza di eventuali controindicazioni alla dieta chetogenica, valutando l’eventuale terapia farmacologica in corso, controllando i risultati di esami del sangue recenti mirati ad evidenziare eventuali malattie presenti.
Una volta iniziata la dieta chetogenica, inoltre, è necessario uno stretto controllo del suo andamento e dei suoi effetti programmando visite periodiche. Altro aspetto molto importante, che deve essere attentamente valutato, è il ritorno ad una alimentazione “normale”, adeguata, che deve essere graduale e il mantenimento dei risultati a medio e lungo termine.