Il colesterolo alto dipende dai geni e non dall’alimentazione? Falso. Secondo quanto spiega l’Istituto Superiore di Sanità mantenere una dieta sana aiuta a ridurre i rischi, così come controllare il peso corporeo, fare attività fisica ed evitare il fumo.
Tutte queste regole rappresentano le migliori strategie di prevenzione delle malattie cardiovascolari, sia negli individui geneticamente predisposti che in quelli non predisposti. Molte persone pensano che il livello di colesterolo del sangue sia dovuto, esclusivamente, ad alterazioni genetiche per le quali non esistono trattamenti efficaci. Il colesterolo è un importante componente delle nostre cellule e il precursore di molti ormoni ma, se presente in eccesso nel sangue, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e ictus. Nel mondo un terzo degli infarti è attribuibile al colesterolo elevato che, ogni anno, si stima causi 2,6 milioni di decessi e 29,7 milioni di disabili.
L’ipercolesterolemia più comune è quella legata ad alcuni fattori di rischio come dieta squilibrata, fumo, sedentarietà e obesità. Secondo alcune ricerche, in Italia, questa forma di ipercolesterolemia varia tra il 21-39% in individui adulti e anziani. Ben più rara, colpendo circa 1 persona su 500, è, invece, l’ipercolesterolemia familiare, causata da un’alterazione genetica che riduce le capacità delle cellule di smaltire il colesterolo nel sangue. Sia per chi presenta una predisposizione genetica, che per chi presenta forme di ipercolesterolemia non familiare, l’adozione di uno stile di vita sano (avere una vita attiva, abolire alcol e fumo) ed una alimentazione equilibrata rappresentano, quindi, punti fondamentali di prevenzione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che circa 1/3 delle malattie cardiovascolari, e anche dei tumori, potrebbe essere evitato adottando una dieta equilibrata. (Fonte ISS)