Le emergenze della provincia di Ragusa sono state illustrate dal segretario dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro al nuovo segretario regionale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio. "Emergenze che vanno inserite nell’ambito di una piattaforma rivendicativa più ampia e comune all’intera area isolana” dichiara Sanzaro, che condivide l’allarme lanciato dal segretario nazionale Annamaria Furlan.
“Facciamo i conti, e questo purtroppo accade anche nel territorio dell’area iblea – continua Sanzaro – con una disoccupazione alta e, soprattutto, con un blocco degli investimenti che presuppone il fatto che non esista lo straccio di una strategia per il rilancio. A quanto sembra, si pensa solo a curare, quando è possibile, le emergenze occupazionali che, di volta in volta, si presentano nei vari settori. Ma nessuno sta pensando a studiare dei percorsi che garantiscano di riavviare l’economia, circostanza che può garantire un minimo d’ossigeno al sistema produttivo e, quindi, all’occupazione. Il segretario Cappuccio, poi, conosce bene la nostra realtà e sa bene quanto la questione infrastrutturale, per il momento congelata a più livelli, sia cruciale per rilanciare queste prospettive di crescita.
Dall’aeroporto di Comiso al porto di Pozzallo, passando per la Ragusa-Catania e per l’autostrada Rosolini-Modica, senza dimenticare il potenziamento delle ferrovie, abbiamo a che fare con una serie di punti che devono rappresentare la base per la crescita economica dell’intera area. E, invece, in provincia di Ragusa stiamo facendo i conti con la mancanza di fondi al Libero consorzio che rischia di determinare la paralisi di ogni attività, con la ventilata chiusura o il ridimensionamento occupazionale della grande industria, con una serie di tagli che minano alla base ogni occasione di rilancio. Non è questa la provincia di Ragusa che vogliamo. E siamo certi che il neosegretario regionale Cappuccio ci aiuterà nel perorare la causa di un territorio che, deve puntare a ritrovare quell’identità smarrita che aveva fatto sì che fosse definito l’isola nell’isola”.