Vivere con il diabete richiede un’attenzione costante e un’analisi di numerose informazioni e dati che derivano da alimentazione, attività fisica e gestione della terapia in generale, tanto che una persona con diabete spende circa 1 ora al giorno nel prendere decisioni in merito alla cura della propria malattia, gestendo il tutto quasi sempre da sola.
Il diabete richiede anche una rigorosa autogestione, assorbe molta energia e mette a dura prova ogni persona che vive con questa malattia. Big data, algoritmi intelligenti e progressi tecnologici hanno dimostrato di poter facilitare e migliorare tutto questo. Le sfide sono ancora numerose e sono attribuibili a quella che viene definita inerzia clinica, che comprende fattori attribuibili ai pazienti, ai medici e al sistema assistenziale in generale. Secondo lo studio GUIDANCE1, un’indagine compiuta in otto Paesi europei, tra cui l’Italia, per determinare il grado di adesione alle raccomandazioni delle linee guida per il trattamento del diabete di tipo 2 e valutare i risultati di cura ottenuti, fa emergere come questa inerzia clinica porta solo 1 persona con diabete su 2 (esattamente il 53,6 per cento del campione esaminato) a raggiungere valori di emoglobina glicata (HbA1c) inferiori al 7 per cento, considerata la soglia di buon controllo, e solo il 6,5 per cento delle persone ottiene contemporaneamente i target di cura per HbA1c, pressione arteriosa e colesterolo LDL, due tra le condizioni più frequentemente associate al diabete di tipo 2.
Troppo spesso, questo fa sì che il trattamento sia più reattivo che preventivo e segua poco gli Standard di Cura. “L’accesso a grandi quantità di dati real-world, l’uso di algoritmi intelligenti e le analisi predittive, offrono un enorme potenziale che ci aiuta a comprendere meglio gli effetti della terapia e dello stile di vita nella gestione quotidiana del diabete, creando così solide basi per una decisione terapeutica informata”, ha dichiarato Lars Böhm, Healthcare and Life Sciences Consulting Leader, IBM Services. Le soluzioni integrate per la gestione del diabete comprendono nuovi modi di far interagire dispositivi innovativi per il monitoraggio del glucosio, per la somministrazione di insulina e le soluzioni di Digital Health attraverso un approccio olistico alla gestione della terapia.
Questo sistema, è stato progettato per identificare più facilmente quanto i fattori di rischio, il monitoraggio della terapia, la dieta e il cambiamento dello stile di vita incidano sul controllo glicemico. Rappresenta un nuovo modo di rispondere ad alcune delle sfide più urgenti delle persone con diabete, dei loro caregiver e dei sistemi sanitari. “Stiamo ampliando il nostro ecosistema aperto per la gestione del diabete, coinvolgendo tutte le parti interessate dal processo di cura e utilizzando le tecnologie più all’avanguardia”, afferma Marcel Gmuender, Global Head di Roche Diabetes Care. “L’integrazione dei dati del sensore impiantabile sottocute per il monitoraggio continuo del glucosio Eversense nell’app mySugr fornisce informazioni molto rilevanti e di aiuto per le persone con diabete e i loro medici.
Siamo allo stesso tempo in grado di fornire soluzioni terapeutiche personalizzate che migliorano i risultati clinici, di garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari e di migliorare l’assistenza e la qualità della vita delle persone con diabete”. Un ecosistema aperto, quindi che ha la possibilità di interagire con diversi strumenti, attraverso la digitalizzazione, mette a disposizione una quantità ingente di dati che possono essere messi a disposizione dei clinici per poter migliorare i risultati e ottenere quegli obiettivi terapeutici che ancora oggi non sono stati soddisfatti. “La possibilità di disporre dei dati clinici è fondamentale perché aiuta a individuare schemi o problemi non prevedibili nel regime terapeutico e offre enormi benefici specialmente nell’interazione medico-paziente.
Permette, infatti, di affrontare preventivamente i rischi e le sfide terapeutiche, aumentando la consapevolezza e motivazione dei pazienti oltre a ridurre il rischio di complicanze a lungo termine”, afferma il professor Oliver Schnell, Università Ludwig-Maximilian di Monaco, Germania. “Ma i dati non bastano. Bisogna raccoglierli e analizzarli in modo strutturato per sfruttare appieno il loro potenziale”. Un approccio efficace, secondo il Prof. Schnell, è la gestione integrata personalizzata del diabete che è stata valutata nello studio PDM Pro-Value. “Possiamo chiaramente ricavare dai risultati dello studio PDM Pro-Value quanto questo approccio terapeutico integrato e strutturato non solo riduca significativamente i livelli di HbA1c dello 0,5% rispetto al gruppo di controllo, ma migliori anche i parametri psicologici come la soddisfazione per la cura e l’interazione medico-paziente”.
Oltre alla combinazione di tecnologie innovative con l’approccio olistico della terapia personalizzata per la gestione del diabete, l’integrazione delle soluzioni di Digital Health nell’ecosistema ha dimostrato di affrontare con successo molte delle attuali sfide nella gestione del diabete e migliorare la salute e la qualità della vita delle persone con la malattia. Un ecosistema versatile che semplifica la gestione del diabete può consentire una risposta più rapida alle sfide della terapia di pazienti, caregiver e sistemi sanitari, aiutando le persone con diabete a sperimentare un vero sollievo dal pesante e cronico carico della malattia.