Stop plastica ‘usa e getta’ a Catania: E’ questo l’accorato appello che Free Green Sicilia – Plastic Free – lancia al Sindaco di Catania: dichiari la città “Plastic Free” emettendo un’ordinanza che vieti la vendita, il consumo e utilizzo di piatti, posate e bicchieri di plastica monouso ‘usa e getta’ in tutti i locali pubblici e commerciali a beneficio di quelli di materiale naturale, biodegradabile e riutilizzabile, igienico e ad impatto zero sull’ambiente e sulla nostra salute!
Nello stesso tempo fa un ulteriore appello ai cittadini affinchè essi stessi diano l’esempio non comprando stoviglie inquinanti e dunque non biodegradabili e chiedendo che vengano loro serviti nei luoghi di consumazione cibi e bevande in contenitori ecologici e compostabili. La plastica peraltro contribuisce in modo inverosimile ad aumentare in maniera abnorme la quantità di rifiuti che vanno a finire per il 90% nelle inquinanti discariche (ogni italiano produrrebbe in media circa 35 chili di rifiuti di plastica all’anno), per non parlare di quelli che vengono dispersi nell’ambiente, contribuendo insieme a tutte gli altri contenitori e oggetti in plastica ad inquinare l’ambiente in cui viviamo e soffocare il mare e gli animali che vi vivono.
Solo a Catania, se facciamo un rapporto- afferma Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilia – tra il numero di bar presenti in città, che si dovrebbe aggirare intorno ai 180, per il numero medio di caffè che vengono prodotti in media in ogni bar ( secondo statistiche nazionali effettuate da ‘ Il Sole 24 ore’ si aggirerebbero in media sui 175 caffè) e visto che vi sarebbe un rapporto di un bicchiere da 200 cc di acqua per ogni caffè consumato si potrebbe presumere che annualmente si sprecano pericolosamente circa 11.000.000 di soli bicchieri per l’acqua da accompagnare al caffè che insieme potrebbero riempire un grattacielo e che vanno a finire in discarica con gravi costi per tutta la collettività.
Una mostruosità ecologica che coinvolge la sopravvivenza di ogni essere vivente su questa terra per secoli in quanto tale materiale, derivato dal petrolio, oltre ad essere inquinante non è biodegradabile. Tali rifiuti gravano inesorabilmente sui costi della loro raccolta e del loro conferimento che va ad incidere pesantemente sulle tasche di tutti i cittadini contribuenti, consumatori agguerriti di contenitori di plastica e non, anche in quanto la raccolta differenziata resta molto al di sotto dei livelli previsti per legge (che dovrebbe essere al 65%) come a Catania dove è ferma da anni all’ 8% con, tra l’altro, il conseguente costo economico per famiglia della TARSU che rimane una delle più alte in Italia.n In Italia, e non solo, sono sempre di più i comuni che hanno da rinunciano alla plastica monouso, con il dichiarato intento di proteggere l’ambiente e combattere l’inquinamento da plastica.
Anche in Sicilia i Sindaci dei comuni di Avola, Lampedusa, Linosa, Noto e Pantelleria hanno già messo al bando con un’ordinanza sindacale stoviglie, bicchieri e posate monouso non biodegradabili dove gli esercenti e i commercianti possono usare e vendere solo sacchetti, posate, bicchieri, piatti monouso in materiale biodegradabile e compostabile. Un inizio di una grande consapevole e responsabile rivoluzione che si sta diffondendo anche in Italia e che in pochi anni dovrebbe liberare le città e chi ci vive dall’incubo della plastica monouso ‘usa e getta’ anche grazie alla normativa europea che dovrà essere recepita dal Governo nazionale.