Crisi occupazionale in provincia di Ragusa, serve un piano straordinario di rilancio. La crisi della zootecnia, quella dell’industria, per non parlare dei problemi di commercio e artigianato. Un quadro nefasto che, ha fatto perdere centinaia di posti di lavoro nell’ultimo anno. Il piano non può prescindere da una oculata politica di investimenti, anche su scala locale.
E’ una situazione a tinte fosche quella dipinta dal segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa Paolo Sanzaro a proposito delle prospettive di sviluppo, del tutto assenti, che riguardano da vicino l’area iblea come il resto della Sicilia. “E si badi bene che, per quanto riguarda la provincia di Ragusa – continua Sanzaro – stiamo parlando di un’area tradizionalmente vocata al dinamismo e all’effervescenza imprenditoriale. Un’area che, però, colpita in maniera dura e prolungata dagli effetti della crisi, sta adesso esaurendo tutto il patrimonio di ricchezza accumulato in decenni di crescita. In assenza di risorse, mancando gli investimenti, senza opportunità di sviluppo reale e con una fiducia che sembra essere scesa sotto i tacchi, diventa complicato, per non dire impossibile, poter pensare di programmare qualsiasi iniziativa di rilancio.
Una circostanza che fotografa una situazione di emergenza. E, a fronte di situazioni di emergenza, le istituzioni locali, le forze sociali, gli attori dello sviluppo, sono chiamati ad assumere un atteggiamento altrettanto straordinario”. Sanzaro torna a ribadire che da soli non si va da nessuna parte. “Senza una sorta di unità di crisi, chiamiamola così – aggiunge – con tutte le realtà vive del territorio, non si va da nessuna parte. Potremo continuare a stendere analisi su analisi, ma nessuno avrà la forza di predisporre un piano concreto di rilancio per l’ambito occupazionale. Quindi, auspicando che gli appelli lanciati dalla nostra organizzazione sindacale non cadano nel vuoto, invitiamo gli enti sovraordinati a svolgere in maniera propositiva le proprie funzioni e a convocare degli incontri in cui definire delle misure strategiche, delle azioni di intervento, delle ipotesi di investimento. I prossimi mesi ci diranno quale direzione prenderà l’economia, anche a livello locale. Aspettare ancora, però, potrebbe essere nocivo.”