Accolta con grande soddisfazione da Italia in Comune di Ragusa la sentenza del Tar di Catania contro le lottizzazioni di villini abusivilungo la strada di Marina di Ragusa, in contrada Buttarella. Secondo il movimento politico presieduto da Gianflavio Brafa e nel cui direttivo c’è anche Giuseppe Dimartino, entrambi ex assessori degli albori della giunta Piccitto, “la sentenza del tribunale amministrativo mette un paletto importante nella direzione di un freno al consumo di suolo in un Comune come quello di Ragusa nel quale oltre il 10% del suolo comunale risulta ormai irrimediabilmente cementificato, con una percentuale che aumenta fino al 40% nella fascia costiera entro un km dalla costa, ben al disopra della media italiana e di quella regionale.
Ora che anche la magistratura amministrativa certifica che nelle campagne ragusane non si possono più costruire edifici residenziali occorre che la politica faccia la sua parte”. Pertanto Italia in Comune ricorda che “l’amministrazione comunale di Ragusa ha il dovere di riportare in consiglio comunale la stessa variante all’art. 48 delle NTA (norme transitoria di attuazione) del Piano Regolatore di Ragusa che il sindaco Piccitto non volle o non riuscì ad approvare, migliorandola in alcune parti”. Non manca, nella nota di Italia in Comune un accenno polemico nei confronti della Soprintendenza quando afferma che ciò va fatto “anche per supplire alle carenze della Soprintendenza le cui maglie in merito alle autorizzazioni alle costruzioni in zona agricola spesso si dimostrano troppo larghe”.
E un monito viene rivolto anche all’amministrazione Cassì che viene chiamata a riportare in consiglio comunale la delicata e spinosa vicenda dell’art. 48 “per dimostrare se le dichiarazioni sulla tutela e valorizzazione del paesaggio ibleo oggetto del prossimo protocollo d’intesa tra Comune di Ragusa e ordine degli agronomi sono intenzioni vere oppure le solite parole vuote a cui la politica del passato ci ha abituato”. Ricordiamo che la sentenza del Tar catanese (la 268 del 19 febbraio scorso) aveva dato ragione alle Regione Siciliana che aveva annullato tre anni fa le concessioni edilizie per l’edificazione di sei villette in zona agricola lungo la strada per Marina perché rappresentano una lottizzazione abusiva.
Con la sentenza viene ribadito dunque che, secondo l’art. 48 delle NTA del piano regolatore generale di Ragusa, l’edificazione in zona agricola è strettamente collegata all’utilizzo del terreno e alle attività agricole, precludendo pertanto qualsiasi possibilità di edificazione per la realizzazione di insediamenti abitativi residenziali. L’intera vicenda era iniziata con un esposto presentato da Legambiente contro la lottizzazione e che aveva fatto scaturire l’intervento di annullamento della concessione da parte della Regione. Del resto sono ormai diversi anni e diverse consiliature, da quelle finali di Nello Dipasquale, a quella commissariale di Margherita Rizza, a quella grillina di Piccitto, che periodicamente la questione delle varianti all’art. 48 delle NTA del Prg ragusano tornano alla ribalta a dimostrazione dei continui attacchi che ad esso vengono portati dal trasversale ‘partito dei costruttori’. (da.di.)