Inserire nell’alimentazione la frutta secca può essere una sana e salutare abitudine per chi soffre di diabete soprattutto per chi soffre di diabete di tipo 2. Lo rivela uno studio condotto dalla Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, negli Stati Uniti.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Circulation Research. Lo studio è stato condotto su un campione di 16.217 persone, sia uomini che donne, il cui consumo di frutta secca è stato monitorato negli anni sia prima che dopo la diagnosi di diabete. Nel corso dell’esperimento a 3336 persone è stata fatta la diagnosi di patologie cardiovascolari, 5.682 i decessi, 1663 le morti per malattie cardiovascolari e 1297 per tumore. Dalla ricerca è emerso che consumare 5 o più porzioni di frutta secca a settimana riduceva del 17% il rischio di sviluppare problematiche cardiache rispetto a chi invece ne aveva consumato non più di una porzione al mese.
In particolare il rischio di infarto è risultato ridotto nella misura del 20%, del 34% il rischio per cause di natura cardiovascolare e del 31% la mortalità per tutte le altre cause. Per massimizzare gli effetti positivi per la salute cardiovascolare ottenibili dal consumo di frutta secca, bisognerebe mangiarne almeno 28 grammi al giorno. Nei pazienti con diabete la frutta secca per anni è stato un alimento considerato con sospetto in considerazione dell’elevato apporto calorico. In realtà la frutta secca, in particolare le noci, ma anche le mandorle e le nocciole, possiedono nutrienti molto importanti per il nostro organismo.
In particolare contengono la vitamina E, acidi grassi insaturi, acido folico e minerali. Tali composti presenti in questi alimenti prevengono le malattie cardiovascolari.