L’ennesimo rinvio della decisione del CIPE sul PF della Ragusa Catania la dice lunga sulla reale volontà di rispondere alle esigenze del territorio ibleo in termini di infrastrutture e sviluppo socio-economico. “La 514 sta diventando l’emblema di una sorta di “immobilismo dinamico” grazie al quale con le parole (la parte dinamica) il raddoppio è una priorità governativa (…di ogni governo, di destra, di sinistra, di centro, azzurro, rosso, giallo e verde!) ma con i fatti che seguono (la parte immobile) tutto rimane com’è!”.
Così esordisce il Presidente di ANCE Ragusa, geom. Sebastiano Caggia, alla notizia del nulla di fatto al CIPE: “In questi ultimi 10 anni abbiamo vissuto il rigore di Di Pietro, l’ebrezza di Matteoli, l’ottimismo di Lupi, le rassicurazioni di Del Rio, la determinazione di Toninelli e, da ultimo, le certezze della Lezzi: tutti concordi e risoluti sulla Ragusa-Catania quale opera strategica per l’economia del Sud-Est e tutti ugualmente pronti a rinviare le decisioni e fare chiarezza; così, mentre a Roma si continua a discutere sulla “camionale per Catania” si continua a morire. Oggi apprendiamo che un “advisor” indipendente ha bocciato l’idea del Project Financing, che il pedaggio proposto è troppo esoso, che il Promotore non è gradito ai decisori pubblici, che non vi sarebbero vie alternative gratuite, che l’Europa non approverebbe, che lo Stato è in grado di farla senza la finanza privata, che…, che….!
Nessuno, ma proprio nessuno, che ci dica seriamente se, come e quando si apriranno i cantieri, che ci presenti un cronoprogramma dettagliato o che ci lascino in pace e ci dicano, chiaramente, che di questo lembo d’Italia non importa nulla a nessuno e che dovremo rassegnarci a morire di isolamento …ed incidenti stradali!” – i cui costi sociali, a diverso titolo, gravano sulla collettività (l’ISTAT certifica tale costo in oltre 1,1 miliardi di euro, 223,9 euro pro-capite, per gli incidenti in Sicilia, anno 2017, con una incidenza del 6,5% sul totale nazionale).
“Non se ne può più!”, conclude Caggia, “Altro che cambiamento, qui viviamo nel perenne gattopardismo con il quale tutto cambia affinchè tutto rimanga incredibilmente tal quale: fermo.” …ma le elezioni europee si avvicinano, e ci aspettiamo qualche coniglio fuori dal cappello.