Influenza 2019, raggiunto il picco, iniziano a diminuire i casi ma l’incidenza resta sempre alta. Lo annuncia il bollettino Influnet. Ma vediamo cos’è l’influenza, quali sono i sintomi, la diagnosi e la cura.
L’influenza è una malattia infettiva che colpisce le vie respiratorie superiori e inferiori, causata da virus appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae, suddivisi in tre tipi: A, B e C. Si tratta di un’infezione stagionale che colpisce in genere durante i mesi invernali. È facilmente trasmessa per via aerea, attraverso le gocce di saliva emesse con tosse e starnuti, e causa comunemente febbre, tosse, mal di gola, cefalea e dolori muscolari. In genere l’infezione ha decorso benigno e regredisce nell’arco di una settimana, ma in rari casi può provocare complicanze quali polmonite, bronchite, broncopolmonite e sinusite, specialmente nelle categorie a rischio quali anziani o persone immuno-compromesse. Proprio per queste categorie il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione, che resta il metodo di prevenzione più valido e sicuro.
Sintomi: la malattia ha un periodo di incubazione molto breve: i sintomi iniziano a manifestarsi da poche ore fino a due giorni dopo il contagio. Il quadro clinico iniziale è caratterizzato da insorgenza rapida e improvvisa di sintomi generali: brividi, febbre, cefalea, dolori muscolari, senso di spossatezza e di malessere generale e sintomi respiratori (tosse, starnuti, mal di gola, lacrimazione). In alcuni casi possono poi presentarsi sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale, quali nausea, vomito e diarrea, più comuni tra giovani e bambini. In genere la malattia si esaurisce nell’arco di una settimana senza provocare alcuna conseguenza significativa, se non lasciare il soggetto convalescente affetto da spossatezza e malessere generale che possono perdurare anche qualche settimana. Tuttavia, specialmente in soggetti a rischio quali bambini molto piccoli, anziani, persone immuno-compromesse (con deficit del sistema immunitario) o con malattie croniche (quali asma, cardiopatie o diabete), l’influenza può avere delle complicanze, prima fra tutte la polmonite. Questo è dovuto al fatto che i virus indeboliscono le difese immunitarie consentendo ai batteri di penetrare più facilmente nell’organismo. Bronchite, broncopolmonite e sinusite sono altre complicanze che possono fare seguito alla malattia influenzale, per cui è indispensabile l’intervento medico.
Diagnosi: comunemente la diagnosi è di tipo clinico e viene effettuata dal medico di medicina generale, che attraverso una visita che ha il fine di verificare la presenza delle manifestazioni respiratorie (quali mal di gola e tosse) e sistemiche (dolori muscolari, mal di testa, mancanza di appetito) tipiche dell’infezione. Per essere certi di trovarsi in presenza del virus influenzale esistono poi appositi test, in genere non di routine, bensì effettuati nell’ambito di studi scientifici ovvero su pazienti ospedalizzati affetti da patologie gravi (ad esempio tumori del sangue). Dette analisi sono eseguite su prelievo di sangue o su tampone nasale o faringeo. In questo modo l’analisi permette di identificare il virus e iniziare il trattamento specifico con farmaci anti-virali per il paziente. Questa procedura è riservata soltanto a casi ospedalieri molto gravi.
Come si cura l’influenza? Nella maggior parte dei casi la terapia è sintomatica e prevede l’assunzione di farmaci ad azione analgesica per lenire i dolori (cefalea e dolori osteoarticolari) e ad azione antipiretica per abbassare la febbre. La terapia deve essere associata al riposo e alla somministrazione di abbondanti liquidi. Secondo il bollettino InfluNet relativo alla sesta settimana del 2019 (3-10 febbraio 2019), 805 medici sentinella hanno inviato i dati sulla frequenza delle sindromi influenzali tra i propri assistiti. E’ quanto si legge in una nota pubblicata sul Ministero della Salute. La popolazione degli assistiti in sorveglianza è mediamente pari a 1.371.839 per settimana. Questi i dati principali riportati dal bollettino elaborato dal Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità: nella sesta settimana del 2019 il numero di casi di sindrome influenzale inizia a diminuire, dopo aver raggiunto il picco stagionale nella precedente settimana (livello di incidenza pari a 14,1 casi per mille assistiti).
L’incidenza in Italia resta comunque alta (12,75 casi per mille assistiti); sono stati circa 771.000 i casi di influenza stimati in questa settimana, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 5.276.000 casi. Più sensibile il calo dell’incidenza nei bambini sotto i 5 anni di età. Nella fascia 0-4 anni l’incidenza è infatti pari a 36,17 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni a 20,68 nella fascia 15-64 anni a 11,49 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 5,06 casi per mille assistiti. Lombardia, Umbria, Marche e Abruzzo le regioni maggiormente colpite.