Sembra di essere tornati indietro di qualche annno quando Ragusa fu travagliata da una grave crisi idrica dovuta all’inquinamento di due importanti sorgenti e l’amministrazione comunale di allora non volle, almeno all’inizio, riconoscere la serietà della situazione per non alllarmare la popolazione ottenendo invece l’effetto opposto.
Stesso copione, almeno finora. Nel pomeriggio di giorno 5 marzo viene emessa dal sindaco un’ordinanza in cui si parla genericamente di torbidità dell’acqua per il distretto idrico alimentato dall’impianto San Leonardo e si indicano genericamente le zone interessate senza specificare le strade. Anzi viene compresa tra le zone sotto osservazione anche Ibla salvo poi, con succssiva ordinanza del 6 marzo escluderla. In entrambe le ordinanze si fa divieto di uso potabile ed alimentare dell’acqua. Nel primissimo pomerigigo del 6 marzo viene inviata alla stampa una nota ufficiale con la mappa delle zone interessate al divieto e si rende altresì noto che “il Servizio Idrico Integrato ha predisposto un servizio di attingimento d’acqua presso autobotti che stazionano in via Falcone, via Berlinguer (ang. Via Psaumide) e via Gagini ( nei pressi dell’Oratorio Salesiano)”.
Su questa che si profila come una vera e proria emergenza, si innesta immediatamente il gruppo consiliare 5 stele affermando senza mezzi termini “finora l’emergenza e’ stata gestita male dall’amministrazione comunale”. Quindi i consiglieri pentastelllati Zaara Federico, Sergio Firrincieli, Alessandro Antoci, Antonio Tringali e Giovanni Gurrieri vanno giù duro “ci sembra che la vicenda riguardante il divieto dell’utilizzo dell’acqua per scopi potabili e alimentari sia stata gestita dall’amministrazione comunale con estrema confusione mentre le comunicazioni finora fornite alla collettività difettano di alcune informazioni essenziali”. In particolare i conssiglieri grillini puntualizzano “intanto l’avviso sulle strade interessate dall’ordinanza, dopo che già l’allarme era stato lanciato è stato diffuso in estremo ritardo. Poi, come se non bastasse, l’ordinanza è stata successivamente modificata. Alcuni cittadini, inoltre, ci hanno informato che dagli uffici del Comune arrivano indicazioni sulla necessità, passato l’allarme, di svuotare completamente le cisterne per evitare qualsiasi tipo di contaminazione.
Come stanno le cose? In più non si comprende se si tratta di una problematica riguardante i nitrati e l’ammoniaca fuori norma oppure se ci sono problemi di ordine batteriologico. Vorremmo, inoltre, comprendere se i tre punti di smistamento dell’acqua potabile predisposti con le autobotti saranno sufficienti a soddisfare le esigenze della popolazione”. Infne Zaara Federico, Sergio Firrincieli, Alessandro Antoci, Antonio Tringali e Giovanni Gurrieri concludono “restiamo basiti per il fatto che si è scelto di informare i cittadini soltanto attraverso i social network. Fino a parecchie ore dopo il lancio dell’allarme, sul sito istituzionale del Comune non c’erano notizie.
Ma, al di là di questo, come si pensa di raggiungere la popolazione anziana che certo non utilizza in maniera massiccia le nuove tecnologie? Stesso problema potrebbe porsi anche per i cittadini di lingua straniera. Ci aspettiamo che l’amministrazione comunale gestisca l’emergenza con maggiore puntualità e chiarezza. Perché stiamo parlando della salute di tutti noi cittadini ragusani e non possono essere fatti sconti di alcun tipo”. (da.di.)