Conte: "L’Italia fissera’ con la Cina – attraverso un memorandum che, preciso subito, non ha la natura di accordo internazionale e non crea vincoli giuridici – una cornice di obiettivi, principi e modalita’ di collaborazione nell’ambito dell’iniziativa Belt and Road, un importante progetto di connettivita’ euroasiatica cui il nostro Paese guarda con lo stesso interesse che nutriamo per altre iniziative di connettivita’ tra i due continenti". Lo dice il premier Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera.
"Il testo, che abbiamo negoziato per molti mesi con la Cina – aggiunge -, imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso, in pieno raccordo con l’Agenda 2030, l’Agenda 2020 di cooperazione Ue-Cina e la Strategia Ue per la connettivita’ euroasiatica. Abbiamo preteso un pieno raccordo con le norme e le politiche Ue, piu’ stringente rispetto ad accordi analoghi firmati da altri partner Ue con Pechino. Abbiamo inserito chiari riferimenti ai principi di sostenibilita’ economica, sociale, ambientale, di reciprocita’, trasparenza e apertura cari all’Italia e all’Europa".
Il presidente del Consiglio precisa che non esiste "nessun rischio di colonizzazione. Le ragioni della prudenza sono pienamente condivise all’interno del governo: la tutela della sicurezza nazionale, anche sul piano economico, e’ un valore fondamentale che intendiamo rafforzare. Con Pechino dobbiamo riequilibrare la bilancia commerciale, attraverso un maggior accesso al mercato cinese per i nostri beni, dall’agroalimentare al lusso, e per i nostri servizi, e qui mi riferisco all’eliminazione delle barriere al mercato degli appalti in Cina. Tra i partner Ue siamo solo il quarto esportatore verso la Cina, a grande distanza soprattutto dalla Germania. Riponiamo massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni, e ad evitare investimenti predatori e trasferimenti di know how e tecnologie di punta".