Sono stati oltre mille gli studenti scesi in Piazza ieri anche a Scicli contro i cambiamenti climatici. La giornata mondiale della ribellione giovanile dei #FridaysForFuture, lanciata qualche mese fa da Greta Thumberg, ha registrato numeri impressionanti e sono un segnale importante per il futuro dell’umanità. Legambiente in prima linea in 150 località.
“Il 15 marzo è stata una giornata storica – dichiara Alessia Gambuzza, presidente del Circolo Legambiente “Kiafura” –. In piazza è scesa una marea di giovani che merita risposte adeguate, soprattutto da parte del governo italiano che da decenni si impegna pochissimo per liberarsi dalla schiavitù delle fonti fossili. Estremamente significativa la piena adesione del governo cittadino e l’intervento del Sindaco prof. Giannone, sceso in mezzo agli studenti a testimoniare l’impegno del Municipio”. “A Scicli e nel ragusano siamo in prima linea perché qui si continua ad estrarre petrolio dal sottosuolo e dai fondali marini. Sulla piattaforma petrolifera Vega è attiva una richiesta di ampliamento bocciata dalla Commissione VIA, ma non ancora archiviata. Lo sciopero degli studenti italiani sui cambiamenti climatici è una novità assoluta.
Anche a Scicli gli studenti hanno voluto far sentire la propria voce sfilando in un corteo pacifico e colorato, muovendosi dalla periferia, dall’Istituto Tecnico Commerciale, per arrivare alla Piazza Municipio e proseguire la manifestazione con interventi tematici e presentazione di lavori grafici”. Oltre agli Istituti superiori di Scicli facenti capo al “Quintino Cataudella” hanno aderito alla manifestazione i ragazzi dell’Istituto “Elio Vittorini” dei plessi di Scicli e di Donnalucata, che si sono uniti al corteo festoso. Nelle settimane precedenti al corteo i ragazzi, in autonomia, e i più giovani guidati dai professori, hanno lavorato al tema dei cambiamenti climatici. Tutti i lavori prodotti sono stati esposti e discussi in Piazza durante la manifestazione.
“Legambiente chiede una svolta nelle politiche del nostro paese per ridurre le emissioni di gas serra e lo smog causati dai combustibili fossili” prosegue Alessia Gambuzza, “Non ci sono più alibi e da subito si può partire per ridurre l’uso delle fossili per produrre elettricità, per riscaldare gli edifici, per muovere persone e merci, per le attività produttive. Le tecnologie alternative sono già disponibili, ma è necessaria una politica coraggiosa del governo nazionale, delle amministrazioni regionali e locali, delle imprese che sia in grado di diffonderle ulteriormente. E poi ancora il fotovoltaico, l’eolico o il solare termodinamico per produrre energia elettrica; il solare termico, le pompe di calore e il “cappotto” isolante per riscaldare o raffrescare poco e meglio case e luoghi di lavoro; la trazione elettrica o a biometano da rifiuti per spostarsi in modo più sostenibile, e infine ma non meno importante, il cambiamento degli stili di vita, riducendo gli sprechi, differenziando bene i rifiuti, consumando cibi di provenienza locale.