«Ci stranizza alquanto la presa di posizione dei sindaci del territorio riguardo il ruolo giocato dalla Regione Siciliana sulla vicenda della Catania-Ragusa. Eravamo fermi all’annuncio di fine 2018 degli stessi sindaci assieme al ministro Lezzi, diffuso sui giornali e con tanto di video su Facebook, secondo cui non vi era ormai nessun problema per realizzare l’opera».
L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, replica alle parole dei sindaci dei territori interessati dall’opera, criticando la ricostruzione fornita alla stampa. «Dopo il loro video – ricorda l’assessore – c’è stato il Cipe che ha sospeso il giudizio e rinviato tutto per approfondimenti. Trascorsi però ulteriori tre mesi, di fronte al perdurare dell’immobilismo, due settimane fa siamo andati a Roma per capire quali ostacoli rimanessero. In quell’incontro, purtroppo, sembrava di essere a una partita di Monopoli e che si fosse tornati punto e accapo. Il Governo nazionale ha manifestato tutti i propri dubbi sul proponente concessionario, l’ultima volta durante un’ulteriore riunione di giovedì scorso».
Falcone mette così tutti i tasselli in ordine, sottolineando come la Regione si sia risparmiata in proposte chiare e concrete: «A quel punto, in quella sede, abbiamo voluto scandire tutte le iniziative della Regione tese a costruire un’opera per noi strategica: la conferma delle risorse in conto capitale, la disponibilità di risorse dalla spesa corrente per abbattere il pedaggio ed, eventualmente, anche la discesa in campo del CAS per rafforzare la compagine societaria. Malgrado tale ampia e fattuale disponibilità del Governo Musumeci, Roma ritiene ancora che la proposta del privato non sia sostenibile. Per sbloccare un impasse, ci siamo spinti, allora, a proporre la riprogrammazione di circa 450 milioni di euro per costruire la Catania-Ragusa a totale carico del pubblico. A una condizione però: che il Governo nazionale risolvesse il contratto con il privato, facendoci utilizzare il progetto della strada ancorché non sia ancora esecutivo».
L’assessore alle Infrastrutture, poi, tira le somme e pone precise questioni: «Tutte queste iniziative sono state attuate per sbloccare l’opera ed evitare l’insorgere dei contenziosi. Ecco perché l’inaspettata presa di posizione dei sindaci ci appare speciosa e con un pizzico di mala fede. Erano stati loro, assieme al ministro Lezzi, a darci la buona notizia, eppure sono passati quasi quattro mesi. Siano allora i sindaci a dirci la verità: perché il progetto della Catania-Ragusa ancora non viene approvato? Quali sono i veri rapporti tra loro, il concessionario proponente e il ministro Lezzi? Cosa c’è da aspettare ancora? Il Governo Musumeci, da mesi e con progetti alla mano, lavora per costruire la Catania-Ragusa. Siamo in attesa, ma non vorremmo che questo stallo si prolungasse per altri dieci anni».