Arriverà sino a Ragusa il treno che, lunedì mattina, 25 marzo, i dirigenti sindacali della Cisl prenderanno a Siracusa per dare vita a una protesta che intende puntare i riflettori sulla penuria di infrastrutture che caratterizza la Sicilia del Sud Est e sulla lentezza delle ferrovie. A guidare la delegazione dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa il segretario generale Paolo Sanzaro.
“Mentre in tutta Italia non si fa altro che parlare della Tav Torino-Lione – spiega – qui da noi, per percorrere novanta chilometri con le linee ferroviarie, occorrono oltre due ore, per non parlare delle fermate alle varie stazioni lungo il percorso. Una modalità antidiluviana che non consente a questo territorio di compiere il salto di qualità”. Il treno di lunedì, infatti, fermerà, come accade sempre, ad Avola, Noto, Rosolini, Ispica, Pozzallo, Scicli e Modica prima di arrivare a Ragusa. Per l’occasione, a ogni fermata, l’Ust Cisl Ragusa Siracusa ha chiesto la presenza del sindaco di ciascun comune per mettere in rilievo come anche i rappresentanti delle istituzioni soffrano questo stato di cose.
“D’altronde – continua Sanzaro – il nostro intento, come diciamo sempre, è quello di costituire un fronte sinergico su una problematica che non può continuare a passare sotto silenzio, sul piano operativo, come se nulla fosse. Dall’autostrada Rosolini-Modica, sebbene i lavori siano ripresi da qualche giorno, e speriamo che non si interrompano di nuovo, al raddoppio della Ragusa-Catania, che di rinvio in rinvio sta facendo registrare nuovi record di attesa. Ma non dimentichiamo il porto di Pozzallo, che non si capisce perché non si trovi il modo per farlo diventare quello che potenzialmente è, cioè la porta d’ingresso del Mediterraneo per merci e per i crocieristi, e l’aeroporto di Comiso, che, finalmente, ha dimostrato il proprio valore proprio in questi giorni, in coincidenza con la chiusura forzata di Fontanarossa a Catania.
Infine, la ferrovia, la cui rete è rimasta simile a quella di sessant’anni fa, senza alcun tipo di innovazione, e a volte, neppure manutenzione. Uno scenario da Terzo mondo. Ma siccome noi non ci stiamo e vogliamo fare sentire con forza la nostra voce abbiamo deciso di promuovere questa iniziativa di protesta, denominata “In viaggio per il Sud Est”, per mettere in rilievo la lentezza dei convogli ferroviari che uniscono i due capoluoghi di provincia che attraversano la valle del barocco. E poi parliamo di turismo. Ma come lo si può fare in questo modo, senza adeguate infrastrutture? Abbiamo registrato grande attenzione e disponibilità da parte di tutti i sindaci che ritengono le ferrovie strategiche, come noi diciamo, per lo sviluppo e per il turismo. E’ necessario formare un fronte sinergico e far sì che l’attenzione dei Governi nazionale e regionale possa essere attirata sempre di più da questo territorio".