Il soffio al cuore non è una malattia ma un sintomo, spesso frequente nei bambini, che il più delle volte viene scoperto durante visite mediche occasionali. E’ una condizione anomala in cui il sangue perde la sua normale silenziosità e genera un rumore di durata diversa da quella fisiologica.
Quando il flusso sanguigno viene spinto all’interno dei vasi arteriosi dalla contrazione del muscolo cardiaco, in genere non si avverte alcun “rumore” di sottofondo.
Tuttavia vi sono casi in cui il cardiologo, auscultando i pazienti con il fonendoscopio, avverte chiaramente il momento del passaggio del sangue dal cuore all’arteria. Questo suono è comunemente chiamato soffio al cuore: il più delle volte è di tipo benigno e innocente, mentre in altre condizioni può essere espressione di disturbi cardiaci anche gravi. Ma qual è l’origine del soffio al cuore?
L’origine del soffio non benigno è sostanzialmente riconducibile ad alcune alterazioni anatomo-fisiologiche quali: stenosi (restringimento) di una valvola cardiaca; flusso sanguigno retrogrado attraverso un apparato valvolare che non chiude bene; vaso arterioso eccessivamente dilatato a seguito di aneurisma aortico; flusso sanguigno tramite aperture cardiache per difetti del setto (parete divisoria) interatriale o interventricolare; flusso sanguigno condizionato da altre sindromi non cardiache (anemia, ipertiroidismo).
Quali sono i sintomi del soffio al cuore?
Il soffio al cuore benigno (funzionale) è piuttosto frequente nei soggetti molto giovani. Nei bambini piccoli la percentuale si aggira tra il 50 e il 60 per cento e non dà alcun disturbo.
I sintomi correlati ai soffi anomali corrispondono invece a: fiato corto (fame d’aria), sudorazione profusa senza motivo, dolori al petto, vertigini, colorazione tendente al blu della pelle, della dita e delle labbra.
Per avere una diagnosi basta rivolgersi ad un cardiologo che deciderà se procedere con esami diagnostici tra cui elettrocardiogramma, radiografia toracica ed ecocardiografia.