Quando si decide di dare un taglio con Facebook possono succedere cose strane: per esempio ricevere su Instagram pubblicità di prodotti da donna pur essendo uomini. A fare l’esperimento è stato Brian Chen, giornalista di tecnologia del New York Times, che a distanza di cinque mesi, ha fatto un bilancio della sua esperienza lontano dal social.
Chen dice di non aver subito il cosiddetto “Fomo”, acronimo che sta per “fear of missing out”, cioè la “paura di essere tagliato fuori”. Ciò che invece ha vissuto una profonda trasformazione sono gli annunci che si è visto recapitare online: Facebook “utilizza le informazioni che raccoglie sui suoi utenti per rivolgere alle persone gli annunci più pertinenti”, scrive Chen. Per farlo ha messo a punto diversi metodi: uno di questi si chiama Pixel e si rivolge ai brand che intendono farsi conoscere. Pixel consiste nell’aggiungere una stringa di codice al sito desiderato e consente di monitorare i comportamenti eseguiti dagli utenti sul web. Una volta raccolte le informazioni, Facebook le rende disponibili ai marchi che così possono rivolgersi ai potenziali clienti in maniera più personalizzata.
Rimuovere il proprio account è il primo passo per diventare un bersaglio meno facile da colpire e il giornalista del Nyt ha cominciato a ricevere pubblicità che non hanno nulla a che fare con lui, compresi i famigerati prodotti di bellezza per donne e annunci di borse e accessori. Vedere annunci poco interessanti gli ha consentito di evitare un bel po’ di acquisti online, alla fine ha speso meno della metà di soldi dell’anno precedente.