A fronte di una decelerazione dell’economia mondiale, accompagnata da quella del commercio internazionale, il Pil dell’area euro ha registrato un rallentamento nella seconda parte del 2018. Nell’intero anno il Pil e’ aumentato dell’1,8% (+2,4% nel 2017).
Nel quarto trimestre l’incremento del Pil dell’area dell’euro e’ rimasto debole (+0,2%, rispetto al +0,1% in Q3). Lo rileva l’Istat. Il rallentamento, dovuto all’indebolimento della crescita degli investimenti fissi lordi e della domanda estera netta, ha riguardato in particolare la Germania (0,0% t/t) e l’Italia (-0,1%) mentre Francia e Spagna hanno mantenuto una dinamica positiva (rispettivamente +0,3% e +0,6%). Lo riferisce l’Istat. L’ulteriore calo dell’indicatore di fiducia economica (ESI) suggerisce una prosecuzione dell’attuale fase di moderazione.
La fiducia nel settore manifatturiero continua a calare, mentre quella nei servizi e dei consumatori hanno mostrato una leggera ripresa negli ultimi mesi e quella nel settore delle costruzioni e’ rimasta invariata. L’attuale scenario di previsione e’ caratterizzato da diversi rischi al ribasso legati all’acuirsi delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, all’evoluzione della Brexit e a un piu’ generale rallentamento dell’economia mondiale. L’aumento dell’incertezza potrebbe allo stesso tempo produrre nuove tensioni sui mercati finanziari che, al momento, riflettono una sostanziale fase di riduzione della volatilita’ rispetto alla fine del 2018.