Sbadiglio e cause neurologiche. Lo sbadiglio è un atto involontario della respirazione. Il meccanismo nervoso che sta alla base dello sbadiglio può essere provocato da: fame, noia, sonno o stanchezza.
Spesso è legato a cause organiche, come ad esempio modificazioni della composizione del sangue, può anche essere espressione di particolari stati psichici e costituire un movimento tipico di imitazione infatti pensare allo sbadiglio oppure vedere un altro sbadigliare fa sbadigliare. Dal punto di vista fisico, lo sbadiglio consiste in una grande inspirazione alla quale corrisponde un’espirazione altrettanto profonda. Non sono chiari i meccanismi che ne sono all’origine. Lo sbadiglio è consiste in una generosa inspirazione cui segue una profonda espirazione a bocca aperta. La sua durata media è di circa sei secondi ed ha anche la funzione di rilassare i muscoli e riattivare la circolazione.
Il meccanismo dello sbadiglio può verificarsi anche in presenza di dolore: in questo caso una maggiore quantità di ossigeno nel sangue serve a “mettere a tacere” la mente razionale, e consentire al corpo di canalizzare le energie risparmiate nella produzione di sostanze utili per mitigare il dolore. Tra le cause spiccano anche quelle di natura patologica, che includono: ipersonnia, encefalite letargica, ictus emiplegico, stati anemici cerebrali, ipossie cerebrali, uso improprio di psicofarmaci. Ma perché si sbadiglia? Molti credono erroneamente che lo sbadiglio non sia altro che un semplice “segnale” dell’individuo per manifestare la propria noia o un indice di cattiva digestione. In realtà è un segno di stanchezza o una risposta autonoma dell’organismo a situazioni di stress.
Per questa ragione, molti studiosi ritengono che sia dovuto ad un maggiore bisogno di ossigeno da parte dell’organismo per poter restare vigile e svolgere determinate attività o funzioni interne (come per esempio la digestione). La richiesta di ossigeno porta a spalancare la bocca, allargare gli alveoli polmonari, indurre i globuli rossi a scambiare ossigeno nel sangue e a compiere un respiro più profondo del solito: lo sbadiglio è più di uno e avviene nei momenti in cui si sta rilassati senza compiere alcuna attività fisica o sforzo. Sbadigliando si permette al corpo di scaricare le tensioni accumulate e rilassarsi completamente.
Ma cosa succede all’organismo quando si sbadiglia? Quando si sbadiglia inghiottiamo una grande quantità di aria in un solo colpo, apportando ossigeno al sangue e stimolando l’attività delle nostre cellule, così da produrre energia da usare come carburante, per compensare una carenza energetica. Sbadigliare vuol dire aumentare la quantità di ossigeno nell’organismo, favorisce la circolazione e lo scambio respiratorio tra il corpo e l’ambiente. Non abbiate paura di sbadigliare spesso durante il giorno, anzi datevi l’opportunità per farlo, eseguirete uno stiramento rapido, ma di fondamentale importanza per l’equilibrio energetico dell’organismo. Un tempo si credeva che sbadigliare servisse ad ossigenare il cervello, a raffreddarlo, a migliorare la respirazione mediante lo stretching muscolare o a ripristinare la veglia quando cala la vigilanza. Ora sappiamo che le cose vanno un po’ diversamente. Per esempio il 10% dei nostri sbadigli ha stimoli emozionali o sociali. Gli studiosi hanno dimostrato che lo sbadiglio attiva le stesse vie nervose della empatia: ne sarebbe una espressione primaria e consentirebbe ai membri del gruppo uno scambio implicito di notizie sullo stato fisico e psichico (fame, sonno, noia) dei singoli membri, facendoli comunicare meglio e, amalgamandoli, ne faciliterebbe la sopravvivenza nel corso della evoluzione.