La morale della fiaba de I tre porcellini fa ancora presa tra i bambini di Ragusa. “Aiuto! Aiuto!” grida papà Porcello. E aggiunge: “E’ una femmina!” Eh sì, dopo due porcellini maschi nasce una porcellina, la quale cresce servendo i suoi fratelli maggiori.
Diligente e determinata, vuole dimostrare ai suoi genitori di essere in gamba, di saper lavorare e cavarsela da sola. “La fatica è per fessi” ridono i suoi fratelli, “Siamo troppo furbi per sgobbare” gridano e pensano solo a mangiare e dormire. Arriva, però, il giorno in cui devono andare a costruirsi una casa. “Noi abbiamo già finito” canzonano i fratelli dopo pochi giorni, “tu stai ancora lavorando. Le femmine non capiscono nulla…”. E intanto, pian piano, la nostra porcellina costruisce la sua casa, sapendo che un giorno, prima o poi, potrebbe arrivare un lupo affamato.
E’ la trama de “I tre porcellini”, rivista e corretta da Antonella Caldarella che è stata proposta nei giorni scorsi al Marcello Perracchio nell’ambito della rassegna “I colori della fantasia” promossa dal Centro Teatro Studi con il patrocinio degli assessorati alla Cultura e alla Pubblica istruzione del Comune di Ragusa. Un appuntamento che è stato rivolto a una delicata fascia d’età, quella della materna e del primo ciclo delle elementari. L’innovazione principale dell’autrice nell’adattamento della fiaba consiste nel rendere femminile il personaggio principale: il porcellino ‘saggio’, il quale era già ‘il più piccolo’ e quindi ignorato/sottovalutato, e che ora, da ‘femminuccia’, deve a maggior ragione impegnarsi per dimostrare il suo valore (finché sarà proprio lei a salvare i fratelli).
“Oltre a questo cambiamento, la versione – musicale, colorata, divertente – prodotta dalla Casa di Creta di Catania – dice Franco Giorgio del Cts – è molto rispettosa in ordine a questa amatissima fiaba e alla sua intramontabile morale di fondo: e cioè che chi si impegna a costruirsi un futuro (attraverso lo studio, il lavoro, la buona educazione), riceverà prima o poi i benefici a differenza dei ‘furbetti’ e fannulloni che rimarranno “maiali”. Un messaggio che abbiamo cercato di trasmettere ai piccoli spettatori che hanno assistito all’appuntamento”.