Diabete. Lo chiamano il ‘killer silente’, perchè non di rado i sintomi e le complicanze non si palesano per diversi anni. Sono 3 i milioni di italiani che ne soffrono e un altro milione di persone che non è a conoscenza di averlo.
Numeri preoccupanti e importanti quelli del diabete in Italia: numeri che influiscono per circa il 9% sulla spesa sanitaria nazionale, ma che devono far riflettere soprattutto per quello che la patologia po’ comportare, ovvero circa 18 mila decessi, 75 mila infarti, 18 mila ictus, 20 mila insufficienze renali croniche e 5 mila amputazioni. Basterebbe solo questi dati a fornire il quadro della situazione e far capire, ove fosse necessario, che è fondamentale intervenire sia sul piano della prevenzione, sia su quello della cura per evitare spiacevoli complicanze.
“Nei nostri studi e nei nostri ambulatori – spiega il dott. Crisafulli – vediamo sempre di più la popolazione che diventa diabetica,con tutta una serie di complicanze cardiovascolari che portano anche alla cecità o all’amputazione degli arti. Possiamo dire, senza essere smentiti, che il diabete è diventato un problema sociale importante”. Di questo e di molto altro si discuterà venerdì 12 aprile e sbato 13 aprile a Palazzo Romeo ad Acireale nelle ‘Giornate diabetologiche acesi” con il coordinamento del dott. Cristiano Crisafulli. Un momento di studio, aggiornamento e confronto in cui reciterà un ruolo cruciale il medico di base, chiamato prima di tutti a valutare e diagnosticare da sintomi o da semplici segnali la possibilità che la malattia si manifesti nel paziente.
Le scoperte scientifiche degli ultimi anni e l’innovazione tecnologica, hanno permesso di gestire nel migliore dei modi la patologia, permettendo ai pazienti di mantenere una qualità della vità pressocché identica a quando la malattia non si era ancora palesata. Oggetto di interesse e di studio, dunque, sono diventati gli effetti collaterali e in particolare la prevenzione di questi ultimi. “Ad oggi – continua il dott. Crisafulli – è mancata la giusta sinergia tra medici di base e specialisti. E questo è proprio l’obiettivo ed uno dei motivi che ci ha spinto ad organizzare le giornate diabetologiche. Far si che aumenti questa sinergia, per l’esclusivo bene del paziente”.
Numerosi gli interventi e le relazioni che si susseguiranno nel corso delle due giornate di lavoro in cui si analizzeranno minuziosamente tutte le sfaccettature della patologia, i metodi di prevenzione, gli approcci innovativi e le conseguenze più diffuse. Obiettivo quello di fornire aggiornamenti professionali sia ai medici specialisti ed i medici di medicina generale per poter gestire questa cronicità, prevenendo la malattia, diagnosticandola e curandola, per evitare le complicanze spesso fatali. La parola d’ordine è e sarà: confronto. Un aspetto divenuto ormai fondamentale nell’approccio alla medicina moderna. In questo caso il confronto nascerà tra coloro che si occupano di diabete nei differenti ambiti lavorativi, in modo da gestire il paziente a 360° senza tralasciare alcun aspetto.
“Nei prossimi anni – spiega il dott. Antonino Di Guardo – assisteremo ad una sanità che si sposta da una forma ‘ospedalecentrica’ ad una forma ‘territoriocentrica’, perchè la nostra è una popolazione che invecchia e quindi si espone alle malattie e alla cronicità. Il diabete rappresenta una patologia cronica con cui giornalmente facciamo i conti. Questo ci impone un costante e proficuo aggiornamento, scopo principale delle giornate diabetologiche di Acireale”.