Come uscire dall’ombra della depressione, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come la prima causa di disabilità a livello mondiale, superando le malattie cardiovascolari. Le donne sono particolarmente esposte alla depressione, sia direttamente che come caregiver.
Si stima infatti che in Italia siano oltre 2.000.000 le donne depresse, più del doppio degli uomini. La presentazione del Manifesto “Uscire dall’ombra della depressione” offrirà il punto di partenza per un confronto tra mondo scientifico, istituzionale e società civile e un coinvolgimento attivo delle Istituzioni nella lotta a questa malattia. Intervengono: Parlamentari della Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica e Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati, Valeria Fava,Tribunale per i Diritti del Malato, Cittadinanzattiva, Claudio Mencacci, Direttore DSMD – Neuroscienze, Asst Fatebenefratelli-Sacco, Milano e Presidente SINPF, Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, Giorgio Racagni, Presidente eletto SIF, Società Italiana di Farmacologia, Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria, Alberto Siracusano, Direttore UOC Psichiatria e Psicologia Clinica, Policlinico Tor Vergata, Roma Guido Alberto Valentini, Direttore Club Itaca Roma.
La depressione è il disturbo psichiatrico più diffuso. Colpisce milioni di persone in tutto il mondo, indipendentemente dall’età, dal sesso (anche se le donne sembrano soffrine più degli uomini) e dal livello culturale ed economico. Pur essendo il disturbo più diffuso, la depressione è però ancora molto sotto diagnosticata, perché non è sempre facile riconoscerne la presenza e può manifestarsi sotto forme molto diverse tra loro. Ecco perché è bene che, in presenza anche di un minimo dubbio, la persona venga visitata da uno specialista, senza mai sottovalutare la situazione e la sofferenza che essa comporta. Chi soffre di depressione può sentirsi triste (anche senza un motivo riconoscibile), stanco, affaticato, svogliato, sempre meno interessato agli stimoli ambientali (anche quelli che magari, fino ad allora, erano sempre stati una fonte di gratificazione).
Il paziente depresso, infatti, non riesce più a provare piacere per le attività quotidiane e spesso persino per le persone che più gli sono vicine. Sintomi ansiosi accompagnano quasi sempre il quadro depressivo, insieme a irritabilità e irrequietezza. I comportamenti tendono a restringersi, a impoverirsi, i pensieri diventano cupi e attraversati da frequenti idee negative, pessimistiche, di morte. E’ molto importante capire se è presente anche un rischio suicidario, perché i pensieri di morte possono diventare così frequenti, la collera verso se stessi e il desiderio di farsi del male così forte, la disperazione così intensa, la sofferenza così intollerabile, che il paziente può vedere nel suicidio l’unica soluzione possibile alla propria situazione. La depressione può anche comportare una serie di sintomi fisici e di alterazioni neurovegetative: cefalea, disturbi gastroenterici e più frequentemente insonnia, inappetenza, perdita di peso (anche se a volte compaiono ipersonnia e iperfagia) completano il quadro clinico.
Se non curata, la depressione può cronicizzare, alterare profondamente il funzionamento della persona, le sue relazioni interpersonali, affettive, sentimentali, minarne l’ efficienza lavorativa. Da un punto di vista psicologico, sentirsi depressi significa guardare la realtà attraverso delle lenti distorte che fanno sì che tutto appaia difficile, insormontabile e penoso tanto che anche gesti quotidiani come alzarsi dal letto e iniziare la giornata appaiono complicati, pesanti o inutili. Secondo gli psichiatri, per parlare di depressione è necessaria la presenza di almeno cinque dei sintomi sotto elencati, che si protraggano tutti i giorni per un periodo di almeno 2 settimane: umore depresso per la maggior parte del giorno; marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno (anedonia); significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito; insonnia o ipersonnia; agitazione o rallentamento psicomotorio; affaticabilità o mancanza di energia; sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa; diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni.
Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l’elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.