Il pianeta diabete a 360 gradi. Dalla gestione all’approccio innovativo, passando per le numerose patologie conseguente a questa malattia che, in Italia, colpisce quasi il 5% della popolazione, con almeno un milione di persone che, ancora, non ha scoperto di soffrirne.
Informazione e aggiornamento le parole chiave delle giornate diabetologiche acesi: momento di dibattito in cui medici di base e specialisti si sono confrontati con l’obiettivo di migliorare approccio e gestione. “Sono molto contento – spiega il dott. Cristiano Crisafulli, responsabile scientifico – perché questo evento che abbiamo voluto realizzare è andato oltre le più rosee previsioni. Abbiamo avuto una grande affluenza di pubblico, ma soprattutto sono davvero contento della qualità delle relazioni dei colleghi che hanno permesso di sviscerare dei problemi che, nella quotidianità, vengono sottovalutati e ci hanno consentito di riflettere parecchio sul modo in cui lavoriamo e combattiamo contro il diabete”. Davvero numerosi gli interventi che si sono susseguiti in questa, intensa due giorni di lavoro, che si è svolta nella splendida cornice di palazzo Romeo ad Acireale.
Il diabete, infatti, non è solo una patologia: per i numeri che si registrano può essere considerato una vera e propria questione sociale. “Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti enormi passi avanti – spiega Domenico Mannino, presidente nazionale Amd – se non affrontiamo la questione diabete nel migliore dei modi, ci troveremo dinanzi ad una catastrofe. Nel nostro paese, a macchia di leopardo, ci sono posti in cui l’assistenza ai diabetici è di alto livello, ma bisogna certamente fare di più perché questo avvenga in ogni parte del nostro paese”. Come detto, sono stati svariati gli argomenti trattati durante la due giorni di lavoro di Acireale: se da un lato, infatti, sono stati fatti passi da gigante fatti nella gestione della patologia e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti, negli ultimi anni il focus si è concentrato soprattutto sullo studio delle complicanze che, in alcuni casi, possono anche essere fatali. Le esperienze variano da paziente a paziente, così come le conseguenze e le patologie secondarie che possono subentrare.
“Molto spesso – spiega il dott. Antonino Di Guardo – ci troviamo dinanzi a pazienti in sovrappeso, con insulino resistenza che come primo parametro alterato hanno la rigidità dei vasi. Se noi gli consigliamo le modifiche dello stile di vita, li aiutiamo a dimagrire, gli spieghiamo che fa bene camminare durante il giorno, se gli diciamo di vivere di in modo corretto, la situazione può migliorare”. Lo scopo del congresso – aggiunge il dott. Massimo Catanuso – è proprio quello di vedere il paziente nella sua totalità. Non dobbiamo parlare solo di malattia diabetica, ma bensì di tutto quello che c’è attorno alla malattia diabetica”. Tra le complicanze del diabete più debilitanti per il paziente, a ledere maggiormente la qualità della vita ci sono i problemi legati al piede e all’eventualità di un’amputazione. Anche in questo caso, però, nel corso degli anni si è registrato un netto miglioramento della situazione.
“La situazione – spiega Carmelo Licciardello, responsabile Ambulatorio Piede Diabetico Centro Medico Catanese – negli ultimi anni è notevolmente migliorata, perché sono cresciuto le amputazioni minori, ovvero quelle al sotto della caviglia, e questo è fondamentale soprattutto per quanto riguarda la qualità della vita del paziente”. Durante gli interventi che si sono susseguiti si è discusso dei problemi sessuali che possono scaturire dal diabete, del trattamento del dolore neuropatico e di quello intraospedaliero del paziente diabetico con SCA. Inevitabile, poi, un accenno alla questione dieta: passaggio imprescindibile per qualsiasi paziente diabetico. Anche in questo settore non è mancata una fondamentale evoluzione: si parla infatti di diete a basso contenuto di carboidrati, ma anche di diete equivalenti, sempre più vicine alla normalità, ovvero a quelle di chi non soffre di tale patologia.
Uno dei must legati al diabete e alla gestione della malattia, comunque, rimane sempre la quotidiana e necessaria iniezione di insulina. In questo senso l’evoluzione tecnologica ha migliorato notevolmente la qualità della vita dei pazienti. “Le tecniche iniettive – spiega la dott.ssa Manuela Nicotra – hanno subito una profonda modifica negli ultimi anni. Siamo passati quindi da terapie iniettive che prevedevano l’uso di aghi dalle dimensioni elevati, a penne che utilizzano aghi molto sottili con delle tecnologie iniettive più sofisticate”. Ma l’evoluzione non si può certo fermare e anche in questo ambito, nei prossimi anni, sono attese delle novità che serviranno ad aumentare ancora di più la qualità della vita dei pazienti diabetici.