Il settimanale L’Espresso inizia da Palermo il suo tour nelle citta’ italiane per incontrare lettori e cittadini. Una scelta, quella del capoluogo siciliano, non casuale: "Per decenni – ha detto il direttore, Marco Damilano – si e’ detto che Palermo era la capitale della mafia.
Oggi invece e’, in questa Italia che si chiude, una citta’ aperta, un modello per il Mediterraneo e per il nostro Paese. E’ un modello di integrazione, di crescita e di sviluppo fondato su una identita’ plurale e non su un pensiero unico". Diversi sono stati i reportage e le inchieste con cui recentemente il settimanale ha raccontato una citta’ in controtendenza. L’Espresso in Tournee si e’ aperto questa pomeriggio con un dibattito, un confronto con la societa’ civile, con gli studenti e i docenti dell’Universita’, tenutosi presso la Scuola delle Scienze umane e del Patrimonio culturale di viale delle Scienze.
"Il senso del giornale – ha sottolineato Damilano – e’ uscire dalla redazione per incontrare i cittadini, i giovani, e proporsi come luogo aperto: L’Espresso e Palermo sono due luoghi aperti che si incontrano". All’incontro erano presenti anche il vicedirettore del settimanale, Lirio Abbate, e il giornalista Emanuele Coen. Molte le domande poste dagli universitari, a partire dai principali temi del dibattito politico: l’immigrazione, l’accoglienza, la chiusura dei porti. Prossima tappa del tour Milano, "perche’ e’ una grande citta’ simbolo di questa stagione. Un’altra citta’ aperta – ha spiegato Damilano -.
Un collegamento con L’Europa che vogliamo, che non e’ ne’ l’Europa attuale ne’ l’Europa distrutta che vorrebbero i sovranisti".