Cos’è la malattia di Crohn? La malattia di Crohn è un’infiammazione cronica che colpisce il tratto gastrointestinale e si localizza solitamente nell’ultima parte dell’intestino tenue (ileo) o nel colon, ma può estendersi dalla bocca all’ano.
La malattia di Crohn, che rientra nel novero delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino (IBD), è caratterizzata da un’alterata risposta del sistema immunitario al cibo, ai batteri e ad altre entità che vengono erroneamente scambiate per sostanze estranee . Le aree colpite dall’infiammazione sono spesso irregolari e collocate tra parti di intestino sano.
Vivere con la malattia di Crohn
In Italia sono circa 70.000 le persone che convivono con la malattia di Crohn, anche se verosimilmente si tratta di un dato sottostimato non essendo disponibili registri di patologia, di cui si ritiene siano oltre 15.000 in Lombardia. Benché potenzialmente tutti possano essere affetti da questa patologia a qualsiasi età, solitamente questa si manifesta in una fascia di età compresa tra i 15 e i 35 anni, tanto negli uomini quanto nelle donne .
La malattia di Crohn può colpire le persone in modi diversi ed essere associata a numerose comorbidità fisiche e psicologiche come la depressione, lo stress, l’anemia e il cancro colorettale. , La malattia di Crohn può impattare sulla qualità di vita di un paziente in modo significativo: attività quotidiane come trovare un bagno pubblico e pianificare lunghi periodi di viaggio possono essere incredibilmente difficili, può avere un impatto emotivo pesante, come dimostra il fatto che molte persone presentano segni di depressione e stress, inquietudine, perdita di appetito, ansia, affaticamento e insonnia.
Cosa causa la malattia di Crohn?
La causa scatenante della malattia di Crohn è sconosciuta, ma si ritiene siano coinvolti più fattori. Degli studi hanno mostrato come la patologia dipenda da una predisposizione genetica: più del 20% delle persone che ne sono affette, infatti, hanno un parente stretto (genitore, figlio o fratello) con una patologia infiammatoria cronica dell’intestino (IBD). Anche dei fattori ambientali possono avere un ruolo nello sviluppo della malattia di Crohn, che è più comune nei Paesi sviluppati e in aree urbane. La patologia è diffusa soprattutto in zone dai climi nordici, come ad esempio il Canada e i Paesi scandinavi, anche se vi è una prevalenza molto alta anche in specifici Paesi dell’emisfero sud, come la Nuova Zelanda e l’Australia. Altri fattori sono: reazioni anomale del sistema immunitario, virus e batteri.
Quali sono i sintomi?
I sintomi della malattia di Crohn possono variare, a seconda di quale parte del tratto intestinale sia infiammata. Molti hanno sintomi della patologia e manifestazioni violente, seguite da periodi di remissione (quando i sintomi sono meno severi). I sintomi più comuni sono: Diarrea ricorrente, dolori addominali e crampi, affaticamento, perdita di peso, sangue e muco nelle feci, Blocchi intestinali/fistole/ulcere.
Come viene diagnosticata la malattia di Crohn?
La malattia di Crohn è diagnosticata attraverso una combinazione di test di laboratorio e studi di imaging. I primi test di laboratorio mettono in luce i segni di infiammazione, di stati carenziali ma anche possibili infezioni. L’ecografia, le TAC, le risonanze magnetiche, le colonscopie e le gastroscopie sono utilizzati in aggiunta per localizzare la patologia lungo il tratto intestinale e capirne la severità. , ,
Trattare la malattia di Crohn
I metodi più comuni utilizzati per misurare la severità e gli esiti della malattia di Crohn sono il Crohn’s Disease Activity Index (CDAI), l’Harvey-Bradshaw index (HBI) e l’Inflammatory Bowel Disease Questionnaire (IBDQ): il CDAI e l’HBI sono un tool di valutazione dei sintomi della patologia, che quantifica i sintomi della malattia di Crohn e misura i miglioramenti fatti con i trattamenti; L’IBDQ è un tool usato per misurare la qualità di vita correlata allo stato di salute in pazienti adulti.
L’obiettivo dei trattamenti clinici è quello di ridurre l’infiammazione che scatena i sintomi. Si cerca anche di migliorare la prognosi di lungo termine limitando le complicazioni. Nei migliori dei casi, questi possono portare non solo ad un alleviamento dei sintomi ma anche ad una remissione nel lungo periodo.
I cinque principali trattamenti classificati per la malattia di Crohn sono: Aminosalicilati (5-ASA), Corticosteroidi, Immunomodulatori convenzionali (metotressato, azatioprina, 6 mercatopurina), Antibiotici, Terapie biologiche. L’intervento chirurgico può rendersi necessario quando l’uso dei farmaci e la dieta non riescono a controllare a lungo i sintomi o altre complicazioni. Più del 70% dei pazienti affetti dalla malattia di Crohn possono eventualmente richiedere l’intervento. Sebbene questo possa ridurre i sintomi per un periodo di tempo prolungato, circa il 20% dei pazienti operati presenta una ricomparsa dei sintomi a un anno dall’intervento.
I costi della malattia di Crohn
Il costo per persona associato alla malattia di Crohn, per il Sistema Paese, è di oltre 15.000€ all’anno.
Le tre principali voci di spesa sono legate a: costi per le terapie e i trattamenti farmacologici (60,3 %); Costi indiretti associati alla perdita di produttività (17,9%); Costi per le ospedalizzazioni (10,9%).
Secondo gli autori dello studio, il crescente uso di farmaci innovativi potrà portare ad un ulteriore aumento dei costi associati alle cure. Tali costi saranno bilanciati non solo da una riduzione di quelli associati alle ospedalizzazioni e alla perdita di produttività, ma anche da benefici per la qualità di vita dei pazienti, grazie a una minore ricorrenza dei sintomi e a una migliore compliance associati a questi nuovi farmaci .
Se si considerano nel complesso tutte le malattie croniche infiammatorie dell’intestino, i costi a carico di ciascun paziente in Lombardia sono in media 539,17€ all’anno, senza considerare l’impatto dei costi indiretti che derivano dalla perdita di produttività del paziente e del caregiver, che portano a una spesa complessiva di 1.849,53€ all’anno. Per maggiori informazioni sulla malattia di Crohn visita il sito dell’European Federation of Crohn’s and Ulcerative Colitis Associations (EFFCA)