La Regione Siciliana rimane sorda agli appelli per la salvaguardia della zona della foce del fiume Dirillo e dei dieci chilometri di spiaggia dei Macconi, che resta terra di nessuno ed oggetto di scempio.
Toni insolitamente duri dalla parlamentare regionale del movimento 5 stelle che già nello scorso mese di settembre aveva messo in atto varie iniziative per la tutela ambientale dei Macconi, sia a livello istituzionale che a livello di informazione per l’opinione pubblica, con la realizzazione di un reportage televisivo e sottoponendo la questione anche all’attenzione del Ministro dell’Ambiente Costa. Ora sconsolatamente la Campo constata che nella zona litoranea “continuano a essere gettati prodotti chimici, plastiche delle serre, manichette di ogni tipo, polistirolo per le sementi, materiale proveniente dagli scarti dell’agricoltura intensiva senza parlare del fenomeno delle fumarole”.
Ma altrettanto grave, secondo la deputata grillina, è il fatto che “il Governo regionale non si è mai interessato alla vicenda. Tutti i nostri atti parlamentari sono rimasti lettera morta. Abbiamo presentato un’interrogazione per la salvaguardia del sito che non ha mai avuto risposta, una mozione che non è stata mai calendarizzata e il Ddl sulla regolarizzazione degli insediamenti serricoli nei contesti dunali e la riacquisizione del suolo demaniale marittimo che non è mai arrivato in Commissione nonostante le tante sollecitazioni. Un Ddl che dava una grossa opportunità di regolamentare la questione anche rispetto al problema degli accessi al mare. Non ci siamo fermati a questo ma abbiamo continuato a proporre emendamenti in finanziaria, purtroppo anche questi bocciati dalla maggioranza.
Questi nostri interventi avevano anche fatto scattare i controlli del NOR del corpo Forestale della Regione siciliana, che però non ha potuto continuare a causa della mancanza di fondi della Regione. Abbiamo anche sottoposto la questione al ministro Costa, ma di fatto l’area è di esclusiva competenza della Regione, quindi al momento il Governo nazionale non può far nulla”. Decisa a non arrendersi la Campo individua anche una soluzione “a meno che l’area non rientri nei Sin (siti di interesse nazionale) che in Sicilia sono quattro, di cui uno a Gela.
A questo punto tenteremo una azione forte, e cioè chiederemo sia alla Regione che al Ministero, e lo faremo quando rincontreremo il ministro Costa il 23 aprile a Milazzo, di istituire un nuovo Sin, considerato il massiccio rilascio nella zona di inquinanti chimici nonché lo smaltimento incontrollato di rifiuti anche pericolosi, o in un’ultima istanza di ampliare quello di Gela, dal momento che le correnti portano gli agenti inquinanti quasi esclusivamente in direzione di Macconi”. Il tutto, amara constatazione per il cronista, proprio nei giorni in cui si trova in Italia la sedicenne Greta Thumberg, ispiratrice di un movimento di giovani e di studenti che sono scesi e continuano a scendere nelle piazze di tutte le città del mondo per il controllo climatico e per la salvaguardia dell’ambiente. (da.di.)