La Polizia di Stato sottopone a fermo di indiziato di delitto Greco Elio per il tentato omicidio di un uomo a Vittoria. Una banale lite fa andare su tutte le furie l’uomo che dalle parole passa ai fatti estraendo l’arma ed esplodendo un colpo di pistola che per fortuna non colpisce organi vitali.
La vittima condotta in ospedale da alcuni dipendenti che avevano assistito ai fatti, ha riferito di essere caduta ferendosi, ma una radiografia ha scovato il proiettile che avrebbe potuto ucciderlo. Le indagini della Polizia di Stato hanno permesso alla vittima di farsi curare adeguatamente, avrebbe rischiato continuando a mentire ai medici. Questa mattina il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato il fermo disposto dalla Procura della Repubblica di Ragusa ed ha contestualmente applicato la misura cautelare in carcere.
La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Vittoria – sottopone a fermo di indiziato di delitto Greco Elio nato a Vittoria il 15.05.1960 (già pregiudicato per numerosi fatti reato, tra gli altri denunciato anche per associazione per delinquere di stampo mafioso), per il reato di tentato omicidio aggravato e porto illegale d’armi da fuoco. Al termine di serrate indagini la Squadra Mobile ed il Commissariato di Vittoria hanno redatto una completa informativa di reato e la Procura della Repubblica di Ragusa ha tempestivamente emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto. Questa mattina il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato.
I FATTI: Nel primo pomeriggio del 18 aprile u.s. un uomo di Vittoria viene accompagnato in ospedale da un suo dipendente riferendo ai medici di essere caduto all’interno della sua azienda e di essersi ferito. I medici del pronto soccorso curano le ferite e mandano il paziente a fare una radiografia perché la caduta avrebbe potuto essere causa di fratture. Dalla radiografia i tecnici notano la presenza di un proiettile e il paziente giustifica subito il tutto raccontando di un incidente di caccia di quando era giovane, pertanto viene dimesso. I medici la sera avvisano la Polizia di Stato che, conoscendo la caratura criminale della vittima, vanno subito a prenderlo per condurlo in Commissariato a Vittoria. Anche davanti ai poliziotti la vittima continua a sostenere la tesi riferita ai medici. I poliziotti mandano via l’uomo ma nel contempo informano la Squadra Mobile ed in poche ore gli investigatori attivano ogni fonte sapendo che qualcuno avrebbe parlato essendo che i fatti erano accaduti all’interno della ditta gestita dalla vittima.
LE INDAGINI Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Vittoria – in poche ore dai fatti accaduti avevano già ben chiaro il quadro di quanto accaduto poiché le persone che avevano assistito ai fatti erano numerose. Da quel momento i poliziotti sono andati a bussare alle porte di casa dei testimoni e della stessa vittima che è stata condotta in ospedale per scongiurare problemi di salute ben più gravi. Avendo mentito ai medici la vittima avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi; ovviamente i medici per poter fare una corretta prognosi hanno bisogno di informazioni reali e solo l’intervento della Polizia di Stato ha permesso un’idonea cura. Da lì a poco l’uomo è stato operato ed è stato estratto il proiettile che per sua fortuna non aveva leso organi vitali pur essendosi fermato a pochi centimetri. Fondamentale la presenza del medico legale che ha coadiuvato gli investigatori per una corretta ricostruzione del reato grazie ad un’analisi scientifica dei dati clinici. La vittima è stata costretta a quel punto a raccontare la verità dei fatti accaduti, così, a distanza di poco più di 24 ore, gli uffici della Squadra Mobile erano pieni di testimoni prelevati a casa loro in tempo di notte. Tutti coloro che avevano assistito erano reticenti e non volevano riferire ciò che avevano visto ma l’opera di persuasione dei poliziotti ha fatto si che tutti si convincessero a parlare ed a riferire quanto accaduto. I due, peraltro amici da vecchia data, hanno prima discusso per motivi economici all’interno del piazzale della ditta della vittima, poi la situazione è degenerata e dagli insulti sono passati alle mani. Spintoni e schiaffi fin quando Greco non ha estratto una pistola. I presenti hanno tentato di fermarlo ma lui non curante ha esploso un colpo d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima ferendolo. Alcuni presenti sono scappati, altri hanno soccorso la vittima ed un suo dipendente lo ha accompagnato in ospedale. Il 20 mattina la Squadra Mobile presentava un’informativa di reato al Pubblico Ministero che poche ore dopo ha celermente emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto a carico dell’autore dei fatti reato. Il provvedimento di cattura è stato emesso anche perché la Polizia di Stato lo cercava dalla sera del 19 ma era irreperibile, quindi vi era un concreto pericolo di fuga.
LA CATTURA La Polizia di Stato conosce molto bene il territorio e delle persone che lo abitano. Decine di agenti erano alla ricerca dell’autore dei fatti reato sin dalle prime informazioni ricevute a suo carico. Grazie anche alla collaborazione delle persone vicine all’indagato, lo stesso Greco ha telefonato ad ora di pranzo di giorno 20 per riferire di volersi costituire, così alcuni poliziotti sono andati a prenderlo per portarlo presso gli uffici della Squadra Mobile. L’uomo non ha opposto alcuna resistenza ammettendo le proprie responsabilità riferendo di aver perso la testa e che la vittima era un suo caro amico con il quale aveva avuto una lite connessa a problemi economici. Grazie all’opera di persuasione, Greco ha anche indicato agli agenti dove aveva gettato l’arma che è stata prontamente sequestrata. Dopo le formalità di rito Greco è stato condotto in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria che oggi ha convalidato il fermo disposto dalla Procura della Repubblica e mantenuto la custodia cautelare in carcere. “La Polizia di Stato, grazie all’incessante lavoro degli investigatori durato oltre 48 ore continuative, ha fatto luce su un gravissimo fatto reato. La reticenza della vittima unita a quella dei testimoni avrebbe potuto portare a conseguenze ben più gravi. I poliziotti hanno garantito le adeguate cure al ferito conducendolo in ospedale e contestualmente ha avviato le indagini per assicurare alla giustizia l’autore del reato”.