Oltre 140 mila tonnellate di prodotti a fine vita divisi tra batterie a piombo, pile portatili, RAEE e PFU gestite da Cobat nel 2018. E’ quanto e’ emerso nel corso della presentazione del Rapporto Cobat 2018 che si e’ tenuta oggi a Roma, che ha lanciato anche la ricerca "Scenari e strategie future di gestione dei rifiuti tecnologici" realizzata da Althesys.
"Cobat da oltre 30 anni e’ il braccio operativo di una economia circolare che trasforma in nuove materie prime montagne di prodotti non piu’ utili, erroneamente considerate rifiuti. Aggiustiamo costantemente il nostro lavoro al cambiare degli orizzonti, normativi e tecnologici. Seguiamo gli andamenti, tutt’altro che rettilineai, dalla politica e dal mercato in Italia e in Europa. Oggi finalmente possiamo dire che l’economia circolare sta iniziando a diventare quello che tutti noi speravamo: la normalita’", ha detto Giancarlo Morandi, presidente di Cobat. Oltre 116 mila le tonnellate raccolte nel 2018 nel settore degli accumulatori di piombo dal Consorzio Cobat.
Le regioni che registrano il maggior incremento dei quantitativi di raccolta sono Molise (+17%), Campania (+11%) e Lazio (+8%). in termini assoluti, invece, Lombardia, Veneto e Campania raggiungono i migliori risultati rispettivamente con oltre 22 mila tonnellate la prima e oltre 12 mila tonnellate raccolte le altre due. "Per decenni il ruolo di Cobat e’ stato garantire la raccolta e il riciclo prima di pile e accumulatori esausti, poi di rifiuti elettronici e pneumatici fuori uso. Oggi continuiamo il nostro impegno, ma ci siamo trasformati per anticipare le nuove sfide tecnologiche e normative: la nostra storia e il nostro know-how sono diventati la base per fare di Cobat un sistema con capacita’ progettuale e visione industriale", ha detto Michele Zilla, direttore generale Cobat.