“Ancora una volta il sindaco di Ragusa mette in campo un nostro suggerimento, in questo caso datato 22 ottobre 2018. E non solo lo recepisce ma perde pure tempo prezioso”.
E’ il consigliere comunale Mario D’Asta a sottolinearlo dopo che è stata predisposta dal primo cittadino l’ordinanza cosiddetta “plastic free” con cui si regolamenta l’uso della plastica e che è entrata in vigore da ieri, sabato 1 giugno 2019. “Più volte – afferma D’Asta – le opposizioni, e tra queste anche il sottoscritto, avevano sollecitato il sindaco ad adottare delle misure specifiche per rimanere in linea con le direttive dell’Unione europea in materia di rifiuti e ambiente. Visto che le richieste in questione risalgono a parecchi mesi fa, possiamo benissimo affermare che il primo cittadino si sarebbe potuto organizzare per tempo allo scopo di fornire risposte in tempi più brevi.
E tutto ciò sarebbe bene che il sindaco lo ricordasse anche e soprattutto nella logica di collaborazione con le minoranze, logica che sa ben teorizzare ma che poi nella pratica non mette in campo. L’opposizione buona e costruttiva ha cercato, e cerca, di fare il bene della città ricordando come esiste una normativa che prevede che, entro il 2025, le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25 per cento di contenuto riciclato per passare al trenta per cento entro il 2030. Non vogliamo fare polemica ma occorre dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere la bontà delle proposte portate avanti dalle minoranze.
Quelle stesse proposte che, dopo un periodo di silenzio da parte della Giunta municipale, sono poi adottate dall’amministrazione con un certo disincanto per dare l’impressione che nessuno ne abbia parlato prima e che si tratti di un’idea originale di chi le adotta. E’ un modus operandi che non ci sta bene e rispetto a cui, ogni qualvolta accadranno episodi simili, cercheremo di ripristinare la verità sostanziale dei fatti”. D’Asta, poi, concorda sulla necessità di raddoppiare i tempi di tolleranza prima di procedere con le sanzioni in danno agli operatori commerciali proprio per garantire a questi ultimi di smaltire le scorte di magazzino.
“I novanta giorni concessi con l’attuale versione dell’ordinanza – sottolinea D’Asta – sono troppo pochi perché, come appurato, le scorte sono parecchie e non c’è tempo in appena tre mesi di smaltirle. Quindi, è necessario assicurare una tolleranza ulteriore, almeno il doppio. Riteniamo che questa possa essere una scelta corretta. E, allo stesso tempo, si potrà garantire l’attenzione dovuta ai cittadini che, su questo fronte, stanno dimostrando di essere parecchio ricettivi”.