"Allo stato attuale delle conoscenze, si puo’ ritenere che l’indebitamento netto (deficit) della Pubblica amministrazione nel 2019 sara’ sensibilmente inferiore alla previsione della Commissione, la quale pone il deficit di quest’anno al 2,5 per cento del PIL, contro il 2,4 previsto dal Governo nel DEF". Lo evidenzia la Presidenza del Consiglio, replicando alle osservazioni della Commissione Europea sui conti pubblici.
"Partendo dalla previsione del DEF (che incorpora il blocco di 2 miliardi di spesa pubblica, previsto nel caso in cui il deficit nominale superi il 2 per cento del PIL), il monitoraggio piu’ recente delle entrate evidenzia per l’anno in corso maggiori entrate tributarie e contributive per 0,17 punti percentuali di PIL e maggiori entrate non tributarie (utili e dividendi) per ulteriori 0,13 punti – prosegue Palazzo Chigi -. A fronte delle maggiori entrate, si stimano prudenzialmente maggiori spese e risorse necessarie per il bilancio di assestamento pari a 0,12 punti di PIL.
Il beneficio netto per il bilancio sarebbe dunque di circa 0,2 punti percentuali e condurrebbe la stima di deficit al 2,2 per cento del PIL". "Nell’anno in corso l’Italia rispettera’ i dettami del Patto di Stabilita’ e Crescita (PSC) – sottolinea la Presidenza del Consiglio -. Il Governo intende continuare a dialogare con la Commissione".