L’ex ministro Luca Lotti si autosospende dal Pd. Lo fa con una lettera al leader del partito, Nicola Zingaretti, pubblicata anche su Facebook. "Caro Segretario, apprendo oggi dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del PD.
Il responsabile legale del partito mi chiede esplicitamente di andarmene per aver incontrato alcuni magistrati e fa quasi sorridere che tale richiesta arrivi da un senatore di lungo corso gia’ coinvolto – a cominciare da una celebre seduta spiritica – in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese – scrive Lotti -. I fatti sono chiari. Tu li conosci meglio di altri anche perche’ te ne ho parlato in modo franco nei nostri numerosi incontri. Ma io, caro Segretario, non partecipo al festival dell’ipocrisia. Sono nato e cresciuto come uomo di squadra.
E non so immaginarmi in altro ruolo. Per questo l’interesse della mia comunita’, il PD, viene prima della mia legittima amarezza. Ti comunico dunque la mia autosospensione dal PD fino a quando questa vicenda non sara’ chiarita. Lo faccio non perche’ qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro". "No. Lo faccio per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del PD, cui voglio bene e perche’ voglio dimostrare loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la verita’ – sottolinea l’ex ministro -. Continuero’ il mio lavoro con tanti amici in Parlamento per dare una mano contro il peggior Governo degli ultimi decenni che sta riportando l’Italia in crisi e mantenendo l’impegno che ho preso con 64.252 cittadini che mi hanno scelto nel collegio di Empoli e verso i quali provo rispetto.
La verita’ e’ una sola e l’ho spiegata ieri: non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato. Chi dice il contrario mente. Quanti miei colleghi, durante l’azione del nostro Governo e dopo, si sono occupati delle carriere dei magistrati? Davvero si vuol far credere che la nomina dei capiufficio dipenda da un parlamentare semplice e non da un complicato quanto discutibile gioco di correnti della magistratura? Davvero si vuol far credere che la soluzione a migliaia di nomine sia presa nel dopo cena di una serata di maggio? Davvero si vuol prendere a schiaffi la realta’ in nome dell’ideologia, dell’invidia, dell’ipocrisia?".