L’industria del farmaco rappresenta un settore strategico per l’Italia. Perche’ non molti sanno che lo scorso anno, dopo una lunga rincorsa, abbiamo superato la Germania diventando il primo produttore europeo di medicinali. Un successo dovuto integralmente all’incremento dell’export, +17% tra il 2008 e il 2018, che ha trainato proprio l’aumento di produzione (+22%) negli ultimi dieci anni.
"La filiera della salute e’ la terza impresa del Paese, garantisce il 10% dell’occupazione totale e da’ corso al 10,7% del nostro Pil" ha osservato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. I numeri della nostra industria farmaceutica sono importanti. Quasi 200 aziende, 66.000 addetti (90% laureati o diplomati), 6.400 ricercatori, 2,8 miliardi di investimenti (1,5 in ricerca e 1,3 in produzione). E poi 32 miliardi di euro di produzione nel 2018, quasi l’80% destinato all’export.Imprese che a livello globale hanno una pipeline di ricerca di 15.000 farmaci, oltre 7.000 in fase clinica, di cui il 40% frutto della Ricerca biotech per importanti aree, come l’oncologia, la neurologia, le patologie infettive, le malattie metaboliche, le patologie muscolo-scheletriche.
Tra le aziende italiane di punta con 3,6 miliardi di fatturato c’e’ la Menarini. Fondato nel 1886 da Archimede Menarini a Napoli e dal 1915 a Firenze il gruppo e’ oggi guidato da Lucia e Alberto Giovanni Aleotti. E’ anche la piu’ importante multinazionale a capitale interamente italiano. Alle sedi di Barcellona e Berlino (con Berlin-Chemie) si sono succeduti l’ingresso in India, in Argentina, in Messico. I dipendenti sono 16.600 ed e’ presente anche a Singapore e guarda con attenzione all’Oriente. Ma anche a Occidente: nel 2016, con l’acquisizione di CellSearch, ha stabilito una base negli Usa.
Ma il settore marcia verso un rapido processo di concentrazione. Le spese di ricerca e le normative nazionali impongono investimenti sempre piu’ importanti. L’operazione piu’ recente riguarda il gruppo Bracco che ha acquisito Blue Earth Diagnostics, un’azienda di imaging molecolare con sede a Oxford. Prezzo 450 milioni di dollari. Ma si tratta solo di un piccolo movimento in una rivoluzione che si annuncia gigantesca. Secondo l’ultimo rapporto di Evaluate Pharma le prime 10 aziende farmaceutiche al mondo nel 2024 avranno il 35% delle quote di mercato della biofarmaceutica totale, pari a oltre 420 miliardi di dollari di vendite. E a guidare la classifica sara’ Novartis, seguita da Pfizer e Roche. Tra le prime dieci aziende ci saranno anche AsztraZeneca e Bristol-Myers Squibb.