Quindici immobili confiscati alla mafia a Ragusa, il consigliere comunale D’Asta: “ma quale agenzia immobiliare, il problema e’ che la giunta di ragusa non riesce ad assumersi la responsabilita’ politica della risoluzione di una questione che merita grande attenzione”.
“Abbiamo scoperto, dopo la presentazione della mia interrogazione, che anche dalla maggioranza è stata ritenuta opportuna, che l’amministrazione comunale ha avviato la valutazione tecnica di non nove, come ritenevamo in un primo tempo, bensì di quindici beni immobili confiscati alle mafie e affidati all’ente di palazzo dell’Aquila. Il problema che occorre mettere in rilievo è che questa valutazione tecnica ha preso il via dall’1 ottobre scorso. E dopo nove mesi non ci sono ancora risposte. E’ mai possibile una cosa del genere?”. Lo afferma il consigliere comunale Mario D’Asta che ha posto la delicata questione in aula. “Dopo la valutazione tecnica si dovrà capire come rifunzionalizzare e rilanciare questi locali – chiarisce ancora D’Asta – l’amministrazione ha illustrato che c’è stato un bando ad hoc con diciotto milioni di euro disponibili da potere impiegare in questa direzione.
Ma che cosa è stato fatto in proposito? Finora, nulla che risulti. Così come è da verificare se è stato appostato nel recente bilancio una cifra per avviare un iter di rigenerazione urbana legato agli immobili in questione. Tra l’altro, non c’è stata alcuna concertazione in proposito. Né nella commissione idonea, né in Consiglio comunale, alla mia richiesta di sollecitazione, sono arrivate risposte concrete”. D’Asta aggiunge che “il fatto incredibile è che l’amministrazione sostiene di voler disporre un regolamento per gestire al meglio questa delicata materia. Bene. Ma cosa stiamo aspettando? Non si configura, dopo nove mesi di attesa, il profilo di inefficienza amministrativa?
Perché tutta questa perdita di tempo? Amministrazione comunale ferma e immobile su temi così importanti. Altro che agenzia immobiliare, come sostiene qualcuno, sbagliando completamente indirizzo. Qui è un problema di responsabilità politica che l’ente non riesce ad assumersi. E che, di fatto, si traduce in un blocco dell’intero iter. Critica e dissenso hanno fatto venire fuori la posizione di una Giunta che non sa prendere una decisione operativa. Suggerisco all’amministrazione di convocare un numero minore di conferenze stampa, di stare meno sui social e di risolvere i problemi. Perché, se non se ne sono accorti, è già trascorso un anno dal loro insediamento e ben poche cose sono state risolte”.