Free Green Sicilia interviene sul disastro provocato dall’incendio alla plaia di Catania, devastazione da fuoco che ha portato alla morte di due cavalli rimasti rinchiusi in una stalla senza avere la possibilità di mettersi in salvo. Anche circa 70 cani di un canile che risulterebbe non autorizzato dalla Regione hanno rischiato di fare la stessa fine ovvero morire bruciati vivi.
Grazie soprattutto all’intervento miracoloso dei Vigili del Fuoco che con i pochi uomini e pochi mezzi di intervento, problema atavico denunciato dagli stessi vigili più volte, che hanno interrotto la linea di fuoco i cani rinchiusi nel canile in questione non hanno trovato la morte, dopo atroci sofferenze così come invece è toccato ai due poveri e indifesi cavalli e sicuramente ad altri animali selvatici. Il canile sarebbe stato autorizzato dal Comune senza che avesse i requisiti previsti dalla normativa vigente e dunque senza l’ autorizzazione sanitaria regionale da parte dell’Assessorato regionale alla Salute che si occupa di randagismo e di canili. Non si capisce neppure se la stalla che si trovava all’interno del Lido Maeva fosse stata autorizzata e detenesse il Codice stalla e se i cavalli carbonizzati fossero stati registrati all’anagrafe equina, compiti spettanti per legge ai servizi veterinari dell’ASP di Catania.
Ci chiediamo – afferma Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilia – e chiederemo a mezzo esposto alle Autorità competenti sanitarie e giurisdizionali come faccia un Comune a permettere la detenzione di cani in un’area comunale non autorizzata dalle autorità sanitarie e dunque senza le adeguate strutture e condizioni necessarie di vivibilità previste per legge, così come chiederemo se i due cavalli carbonizzati erano tenuti legalmente e nel rispetto delle loro caratteristiche etologiche, dunque nel rispetto della legge sul maltrattamento degli animali.